Presentata una proposta di legge che disciplinerebbe la figura del “Veterano” nelle forze armate. Nell’analisi degli articoli contenuti nel testo, la qualifica di “veterano” verrebbe attribuita solo in presenza di determinati requisiti.
La proposta, presentata lo scorso 19 maggio 2020 da diversi parlamentari di Forza Italia, per certi versi potrebbe apparire come un tentativo di propaganda elettorale. Di questo, ad esempio, né è convinto il Colonnello Gianfranco Paglia, secondo il quale il pdl su Veterani sembra uno spot politichese:
“Ho letto il testo e sinceramente il disegno di legge, cosi’ come presentato, lascia molti dubbi e appare piu’ come uno spot elettorale per avvicinarsi al mondo della Difesa, evidentemente poco conosciuto cosi’ come poco conosciuto e’ il senso per cui uomini e donne decidono di indossare l’Uniforme” scrive il militare su facebook.
Il disegno di legge, strutturato in 7 articoli, secondo i parlamentari che l’hanno “redatto”, comminerebbe, in presenza di determinati requisiti, un riconoscimento nei confronti di coloro che hanno prestato encomiabile servizio nelle Forze armate facendo fronte a situazioni di estrema rilevanza per il Paese.
Di questa qualifica, potrebbe fregiarsene soltanto il militare dell’Esercito, della Marina militare, dell’Aeronautica militare e dell’Arma dei carabinieri, insignito di ricompense al valor militare o riconosciuto vittima del terrorismo e vittima del dovere così come i militari che abbiano prestato servizio nelle Forze speciali e nelle Forze per le operazioni speciali per almeno cinque anni.
Tale qualifica verrebbe riconosciuta anche a coloro che hanno prestato servizio nelle Forze armate per almeno dieci anni e che sono stati impiegati nelle missioni internazionali di cui alla legge 21 luglio 2016, n. 145, per almeno diciotto mesi, purché non abbiano avuto provvedimenti disciplinari di stato ai sensi dell’articolo 1357 del codice dell’ordinamento militare, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, ma…↓
Eh si!, c’è un “MA”!
Ma in definitiva, dopo un riordino lungo 2 anni ( 2017-2019 tra riordino e correttivi), a cosa servirebbe una nuova qualifica in ambito militare? Ormai nelle forze armate, fatta eccezione per il Ruolo degli Ufficiali, sono presenti molteplici denominazioni diverse tra gradi e qualifiche, e quella del veterano andrebbe ad aggiungersi ad una carriera corredata da galloni binari e stellette, che di fatto non hanno alcun effetto economico di rilievo sullo stipendio mensile. Provate solo a pensare la denominazione di un apicale es: Capo Scelto Qualifica Speciale Veterano e non abbiamo nominato il grado….
Nel disegno di legge, invero, si apprende che al fine di valorizzare l’esperienza acquisita dai soggetti di cui all’articolo 1, ai datori di lavoro che negli anni 2020 e 2021 assumono veterani è riconosciuto, a richiesta, per un periodo massimo di trentasei mesi, l’esonero integrale dal versamento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, con esclusione dei premi e dei contributi dovuti all’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, nel limite massimo annuo di 6.000 euro, applicato proporzionalmente su base mensile. Quindi l’unico incentivo economico presente nel disegno di legge è rivolto a terzi, non certo ai veterani.
Tra le altre, verrebbe pure istituita una commissione di valutazione, l’ennesima vogliamo sottolineare. Probabilmente la politica se davvero volesse dimostrare di essere vicina al mondo con le stellette, dovrebbe indirizzare la propria azione ad argomenti maggiormente sentiti in questo periodo storico, come la legge sulla sindacalizzazione dei militari ad esempio, che per ora ha prodotto soltanto una rivisitazione della rappresentanza militare , con l’imposizione di evidenti limiti sindacali e un non ben noto sistema di iscrizione a pagamento a carico dell’utente. Oggi infatti la rappresentanza militare è tutta a carico dello stato italiano.
Qualora la legge venga approvata cosi com’è, sindacati e rappresentanza si estinguerebbero in breve tempo. I primi per mancanza di iscrizioni, la seconda per vetustà e perdita di credibilità ( vedi comunicato stampa Cocer Esercito, clicca QUI).
Eppure i sindacati militari, quelli veri, li hanno anche in Macedonia, in Serbia, in Francia ,in Olanda, in Austria, in Svezia ed in Germania, giusto per cintarne alcuni, senza dimenticare che in Norvegia il sindacato militare esiste dal 1880.
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