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Legge delega di riforma dell’ordinamento giudiziario. Cosa cambia per le Procure Militari

Pur confermando la scelta di Verona, Roma e Napoli quali sedi dei tribunali e delle procure militari, come stabilito dal decreto legislativo 66/2010, il testo all’esame dell’aula della Camera prevede un adeguamento delle rispettive circoscrizioni territoriali.

Il riordino delle circoscrizioni si rende necessario in quanto, “diversamente – in base al sistema introdotto dalla presente riforma – si porrebbero seri problemi di esercizio del diritto costituzionalmente garantito di elettorato passivo, risultando pressoché impossibile ricollocare in ruolo un magistrato militare non eletto”.

La competenza dei tribunali e delle procure militari è riconosciuta su base regionale. In particolare, in base al decreto del 2010, il tribunale di Verona è competente per i reati militari commessi nelle regioni Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino Alto-Adige, Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Emilia-Romagna; il tribunale di Roma è competente per i reati militari commessi nelle regioni Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo e Sardegna; il tribunale di Napoli è competente per i reati militari commessi nelle regioni Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia.

Da quanto si apprende da Altalex, la riorganizzazione delle circoscrizioni dei tribunali militari dovrà essere basata sui carichi pendenti e maggiormente aderente alla dislocazione degli enti e dei reparti militari sul territorio nazionale.

Stando all’ultima relazione presentata al Parlamento sullo stato della disciplina militare, “nel corso del 2018 sono state pronunciate 227 sentenze di condanna definitive da parte degli Organi della Giustizia Militare (a fronte delle 194 nel 2017) nei confronti di personale appartenente alle Forze Armate”. Si prevede che in ciascuna procura militare dovrà essere introdotto un posto di procuratore militare aggiunto (con parallela soppressione di un posto di sostituto procuratore militare).

Si deve, tuttavia, rilevare che avverso il provvedimento legislativo, con documento del 19 aprile 2022, si è schierata l’Associazione Nazionale Magistrati richiedendo una disciplina in grado di attenuare il carrierismo all’interno degli uffici giudiziari e di assicurare una maggiore prevedibilità delle decisioni consiliari sulle nomine per i posti direttivi e semidirettivi, con ricadute positive in termini di recupero del ruolo ideale e culturale dei gruppi associativi. Fonte e resto dell’articolo QUI

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