La Cina sostituisce il Ministro della Difesa, scomparso ormai da mesi

La Cina ha sostituito il ministro della Difesa, generale Li Shangfu, che è stato nascosto al pubblico per quasi due mesi. Non sono state fornite ulteriori informazioni.

Li è il secondo alto funzionario cinese a scomparire quest’anno, dopo l’ex ministro degli Esteri Qin Gang, che è stato rimosso dall’incarico a luglio senza alcuna spiegazione.

Li, divenuto ministro della Difesa durante un rimpasto di governo a marzo, è stato visto l’ultima volta a fine agosto, durante un discorso. Non vi è alcuna indicazione che la scomparsa di Qin e Li segnali un cambiamento nella politica estera o di difesa della Cina.

Il leader del Partito comunista Xi Jinping, ha la reputazione di apprezzare soprattutto la lealtà e ha attaccato incessantemente e pesantemente la corruzione nel pubblico e nel privato.

Il suo metodo però non ha convinto tutti, ed in molti sospettano che quello utilizzato sia un metodo per eliminare i rivali politici e rafforzare la sua posizione in un contesto di deterioramento dell’economia e crescenti tensioni con gli Stati Uniti sul commercio, la tecnologia e Taiwan .

Li è soggetto a sanzioni statunitensi legate alla sua supervisione degli acquisti di armi dalla Russia; gli è vietato entrare negli Stati Uniti.

Da allora la Cina ha interrotto i contatti con l’esercito americano, principalmente per protestare contro la vendita di armi statunitensi a Taiwan, ma anche suggerendo fortemente che Washington debba revocare le misure contro Li, che Pechino rifiuta di riconoscere pubblicamente.

L’annuncio dell’emittente statale CCTV afferma che sia Li che Qin sono stati rimossi dal Consiglio di Stato, dal governo cinese e dal centro del potere governativo. Ciò praticamente garantisce la fine della loro carriera politica, anche se non è chiaro se dovranno affrontare procedimenti giudiziari o altre sanzioni legali.

La CCTV – si apprende da Defence News – ha anche annunciato la nuova nomina di Lan Fo’an a ministro delle finanze e Yin He’jun a ministro della scienza e della tecnologia.

I sistemi politici e legali cinesi rimangono altamente opachi, alimentando vivaci discussioni su possibile corruzione, debolezze personali o litigi con altre figure potenti che portano alla caduta di alti funzionari.

Oltre ad affrontare quelle che sembrano essere questioni politiche interne, il partito al governo sta lottando per rilanciare un’economia che è stata gravemente colpita dalle misure draconiane “zero-Covid”, dall’invecchiamento della popolazione, dall’elevata disoccupazione tra i laureati e da un movimento di molti dei suoi più ricchi e meglio istruiti verso società più liberali all’estero.

Avendo la sua ideologia, conosciuta come “pensiero di Xi Jinping”, sancita nella costituzione del partito e con l’abolizione dei limiti al mandato presidenziale, Xi ha strutturato il sistema in modo da poter rimanere al potere per il resto della sua vita. Il presidente settantenne è anche a capo dei comitati del partito e dello stato che sovrintendono all’Esercito popolare di liberazione, il più grande esercito permanente del mondo con oltre 2 milioni di dipendenti in servizio attivo.

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