Non si placano le polemiche seguite alle dichiarazioni di Andrea Crisanti, direttore di microbiologia e virologia all’Università di Padova :
Lei lo farebbe oggi? Oggi il vaccino non lo farei perché ci sono solo dati relativi agli annunci delle aziende e perché oggi non ci sono le conoscenze sufficienti”. “Quando la comunità scientifica l’avrà vagliato – ha detto Crisanti – me lo faccio. Non capisco dove sia il problema. Io sono uno dei firmatari-proponenti della vaccinazione antinfluenzale, come faccio ad essere contrario a un vaccino?
Sulla posizione di Crisanti era intervenuto anche Massimo Galli, Direttore/Responsabile del reparto Malattie Infettive dell’ Ospedale Luigi Sacco:
La posizione di Crisanti, che ha tutta la mia stima, è stata molto travisata. Era seccato di continuare a vedere annunci sul vaccino attraverso i media e non dati concreti. Siamo tutti un po’ indispettiti dalla politica degli annunci. Continuiamo a vedere annunci e continuiamo a non vedere dati. E continuiamo anche a vedere una gara a chi ha il vaccino migliore. Se questa fosse una gara nei fatti e nei numeri e non solo negli annunci, sarebbe una bellissima cosa”.
Crisanti questa mattina ai microfoni di SKY Tg 24 ha confermato la propria posizione:
In questo paese sono uno dei pochi che dice quello che pensa. Se non verranno pubblicati i dati sui test effettuati io non mi farò inoculare il vaccino.
Non ho perplessità sul vaccino, ma sul processo di sperimentazione. I tempi sono stati accelerati. Lo stesso British medical journal ( leggi QUI) – afferma il virologo – lamenta la mancanza di dati.
Il nostro paese corre verso il vaccino, azzardando le prime inoculazioni al prossimo gennaio, ma Crisanti avverte:
Visto il processo accelerato, è necessario che tutti abbiano accesso ai dati, in maniera tale da poterci sottoporre all’inoculazione senza problemi. Siamo arrivati totalmente impreparati alla seconda ondata e ci si indigna contro una persona che chiede soltanto trasparenza.
Il vaccino funziona? Sono contentissimo. Però dobbiamo certificare i dati – insiste il virologo. Questa domanda se la stanno ponendo molti paesi al mondo. Negli stessi USA ( leggi QUI) medici e infermieri hanno fatto sapere che rallenteranno il processo di vaccinazione fino a quando non verranno resi pubblici i dati.
Un rapporto pubblicato giovedì scorso dai ricercatori dell’Università della California a Los Angeles – si apprende dal washingtonpost -ha affermato che il 66% degli operatori sanitari di Los Angeles che hanno risposto a un questionario online (non un campione randomizzato) ha dichiarato che ritarderebbe la somministrazione del vaccino. L’American Nurses Association, un’organizzazione professionale nazionale, ha detto che un terzo dei suoi membri non ha intenzione di farsi inoculare il vaccino, mentre un altro terzo è ancora indeciso.
Intanto la Pfizer e la BioNTech hanno già avviato i contatti con diverse agenzie di regolamentazione in tutto il mondo, tra cui l’Agenzia europea per i medicinali (EMA) e l’Agenzia di regolamentazione dei medicinali e dei prodotti sanitari (MHRA) nel Regno Unito, e intendono presentare domande ad altre agenzie di regolamentazione in tutto il mondo nei prossimi giorni. Le due aziende, assicurano, saranno pronte a distribuire il vaccino poche ore dopo l’autorizzazione.
Metti un like alla nostra pagina facebook, Clicca QUI. Ci trovi anche su Telegram, Clicca QUI. (Se non hai Telegram, Clicca QUI)