Intervista con il Vicario generale militare sulla riforma dell’assistenza spirituale agli uomini e donne delle Forze armate: sarà «in linea con quanto chiede papa Francesco»; «il risparmio si aggirerà intorno al 35% rispetto alla spesa attuale»
Eccellenza, Vaticano, Conferenza episcopale italiana (Cei) e Governo stanno lavorando a una riforma dell’assistenza spirituale agli uomini e alle donne delle Forze armate: ce la può spiegare?
«Si svilupperà, probabilmente, secondo le seguenti prospettive: il cappellano militare è un sacerdote cattolico a tutti gli effetti e il suo stato giuridico è il medesimo degli altri sacerdoti cattolici in servizio nelle diocesi. Il cappellano militare è appartenente alle Forze armate in forma peculiare, cioè è assimilato di rango a un ufficiale: non è estraneo all’ambiente militare, come può essere considerato il parroco del luogo; non è un militare in forma “belligerante”, come richiesto ai militari operativi. Egli è assimilato di rango a un grado militare di ufficiale, che gli garantisce l’appartenenza, di fatto, a un ambiente di servizio che è il suo, ma, al tempo stesso, non è vincolato da obblighi, restrizioni o condizionamenti, di natura militare, che gli impediscano il pieno svolgimento della sua missione religiosa.