https://www.janes.com/defence-news/news-detail/enemy-initiated-attacks-in-afghanistan-increased-by-nearly-37-in-first-quarter-of-2021

Disturbo post traumatico da stress grave (PTSD). Militare ottiene importante riconoscimento in Tribunale. È la prima volta in Italia

Un militare rimasto coinvolto in un attentato in Afghanistan, pur non riportando lesioni fisiche, è rimasto afflitto dalla malattia oggi conosciuta come “Disturbo post traumatico da stress” (PTSD). Per la prima volta i giudici riconoscono il “danno psichico” post missione ai danni di un’assicurazione privata.

Fino ad oggi nessuna compagnia assicurativa si sarebbe mai sognata di dover risarcire un soldato per una motivazione del genere. Le assicurazioni erano rivolte – a detta degli assicuratori – al solo risarcimento in  caso di ferimento o ai postumi di un infortunio.

Di parere diverso la Corte di Appello di Firenze. Di seguito l’articolo di Donatella Francesconi per ” Il Tirreno”:

VIAREGGIO. Il 31 maggio del 2011 un viareggino, oggi 60 anni, all’epoca primo maresciallo del Reparto Comando e supporti tattici Paracadutisti Folgore, restò coinvolto in un attentato terroristico mentre era in missione a Herat (Afghanistan): esplose un ordigno davanti al muro perimetrale dell’aula briefing nella quale si trovava in quel momento e fu gettato a terra dalla forza d’urto, ma si rialzò e si prodigò per soccorrere altri feriti. Il militare venne riconosciuto come vittima di terrorismo per aver riportato, a causa dell’evento, un Disturbo post traumatico da stress grave. Che, dopo una prima fase acuta, è purtroppo diventato cronico.

Assistito dall’avvocato Marco Boccella, di Viareggio, l’uomo «si era visto negare il giusto risarcimento, prima dal ministero della difesa e poi dalla Compagnia di assicurazioni con la quale quest’ultimo aveva stipulato una polizza infortuni per i propri militari in missione», spiega lo stesso legale.

A quel punto era inevitabile portare la questione in Tribunale, iter nel quale il militare è stato assistito dall’avvocato Boccella, coadiuvato dalla collega Maria Marcheschi. In Tribunale a Lucca, sottolinea Boccella, «ancora una volta il mio cliente si è visto liquidare con una decisione smodatamente superficiale che erroneamente escludeva il danno psichico dalla categoria degli infortuni».

Non è andato altrettanto bene per la compagnia assicurativa il giudizio di secondo grado, di fronte ai giudici della terza sezione civile della Corte d’Appello di Firenze. Che con sentenza pubblicata il 13 agosto – sottolinea il legale – «con 15 pagine di motivazione ha riformato integralmente quella sentenza con un grande gesto di civiltà giuridica, sicuramente figlio dei tempi moderni. Ha rivoluzionato un principio che farà molto discutere e che fino ad ora rappresentava per le Compagnie assicurative una vera e propria roccaforte per negare gli indennizzi e i risarcimenti».

I giudici fiorentini, infatti, scrivono che la Compagnia assicurativa «era obbligata, in forza di contratto in forma pubblico-amministrativa stipulato nel 2011 col ministero della Difesa, a pagare una indennità per invalidità permanente». Ancorché la Compagnia avesse sostenuto in giudizio «che le conseguenze psichiche del trauma non erano coperte dalla polizza, la quale si limitava a prevedere un indennizzo per quelle fisiche, ossia per i postumi di un infortunio e non di una malattia».

La Corte d’Appello, «esperita consulenza tecnica d’officio medico legale (che ha confermato la diagnosi della patologia psichica e il suo nesso con l’evento del 30 maggio 2011 e ha stimato l’incidenza dei postumi sulla salute), ha stabilito che «l’invalidità permanente è il complesso dei reliquati – siano essi psichici o fisici – che, dopo la guarigione clinica, continuano ad affliggere la persona lesa per l’intero corso della vita residua (o per una buona parte di essa)». Nel caso del militare viareggino, si legge nella sentenza, «può dirsi persino pacifico – ed è comunque ampiamente dimostrato dai documenti sanitari prodotti dal danneggiato e, soprattutto, dalla consulenza tecnica d’ufficio svolta in causa – che l’uomo, a causa dell’attentato terroristico nel quale restò coinvolto a Herat, ha sviluppato un Disturbo acuto da stress, evoluto e strutturatosi in seguito, senza soluzione di continuità, in un Disturbo post-traumatico da stress cronico, incidente nella misura del 30 per cento sulla sua salute». Circostanze, questa che dà diritto al militare all’indennizzo ai sensi dell’articolo 12 del contratto» stipulato con la Compagnia assicurativa.

La diversa tesi del Tribunale di Lucca, continuano i giudici della Corte d’Appello di Firenze, «è erronea per l’indebita e ingiustificata esclusione del danno psichico dal novero dei rischi assicurati».

Il risultato ottenuto – sottolinea l’avvocato Boccella – «con una sentenza che ha segnato un’importante svolta in tema di risarcimento danni in favore dei militari italiani in missione all’estero, è il frutto di un lungo e appassionato lavoro. Vediamo se la Compagnia assicuratrice farà ricorso in Cassazione».

 

 

 

https://iltirreno.gelocal.it/versilia/cronaca/2021/08/17/news/militare-ferito-in-afghanistan-per-i-giudici-lo-stress-psichico-va-risarcito-1.40606929

Condivisione
Metti un like alla nostra pagina facebook, Clicca QUI. Ci trovi anche su Telegram, Clicca QUI. (Se non hai Telegram, Clicca QUI)

Lascia un commento