Correttivi al Riordino delle Carriere. Quali sono le correzioni?

Continua la polemica sui correttivi al Riordino delle Carriere. Il governo non ascolta nessuno, se non i vertici militari, facendo orecchie da mercante a tutte le realtà rappresentative, sindacati compresi . I cinque Stelle, che tanto si erano adoperati nel promettere cambiamenti epocali, dopo l’accordo col PD hanno subito una metamorfosi che li pone indubbiamente al fianco della vecchia politica, nei modi e nei fatti.

Dopo l’uscita di scena della Trenta è calato il sipario. I correttivi  che  avrebbero dovuto sanare gli  “sperequati” del 1995 ( parole della Trenta) sono stati modificati ad hoc e andranno a perorare per l’ennesima volta la causa del Ruolo Ufficiali, ripristinando in parte l’omogeneizzazione, rimpinguando così i conti  correnti di sottotenenti, tenenti  e capitani, con un contributo di 650 euro al mese per 13 mesi. ⇓



Nel contempo il Ruolo graduati non è riuscito neanche ad ottenere l’adeguamento dell’ assegno di funzione al raggiungimento del 17° anno di  servizio effettivo.

L’apicale del  Ruolo sergenti che si era visto promettere una “una tantum” di 1200 euro, dovrà accontentarsi di  appena 350€. E sia chiaro, per “Una Tantum” si intende una sola volta, non 13.

Il Ruolo Marescialli con questi correttivi si divide definitivamente in tre tranche. Quelli che hanno raggiunto l’Apicale, quelli che lo stanno per raggiungere e quelli che non lo raggiungeranno mai. Perché senza un chiarimento del legislatore, sembra proprio che gli “sperequati” del 1995 , oggi tutti inclusi  nelle tre aliquote straordinarie del 2017, nel 2023 andranno in avanzamento “A SCELTA“, quindi finiranno nuovamente nel marasma delle graduatorie meritocratiche. Un accanimento del tutto gratuito che perdura ormai da decenni.

Per questo personale, si era espresso in passato soltanto il Cocer marescialli dei carabinieri ( clicca QUI) e il Luogotenente Fico del Cocer Esercito ( clicca QUI). Ora sembra tutto finito nel dimenticatoio, come se il problema non fosse mai esistito, o peggio ancora, come se vi fosse stato un invito dall’alto a non insistere su questa tematica. ⇓



Eppure se il  Riordino del 2017 non fosse mai divenuto legge, entro il 2022 tutti i marescialli di tutte le Forze Armate avrebbero potuto fregiarsi del grado apicale di Primo maresciallo per esaurimento delle valutazioni, invece il legislatore ha avuto la folgorante idea dei PM -8 approfittando così degli attuali correttivi per ritornare indietro nel tempo.

La “sacca” così com’è stata definita in questi correttivi, ovvero il ristagno di una parte del ruolo marescialli più anziano nelle molteplici valutazioni, par essere quindi una espressa volontà del legislatore nel voler rinsaldare questo personale proprio in quella esatta posizione .

Di contro, in questi correttivi tutti gli apicali otterranno un mero incentivo economico, poiché in questa circostanza pare non sia stato possibile inventare un nuovo grado. Per quasi tutti gli altri, nei prossimi anni avrà luogo una pioggia di gradi e stellette colorate, con anticipazioni negli avanzamenti , ma senza alcun incentivo economico. Insomma, si assiste per l’ennesima volta ad un riordino che riordina poco e che non riallinea nulla, anzi, pone una distanza definitiva tra chi era penalizzato e chi era riuscito ad avanzare.

L’immobilismo pentastellato degli ultimi mesi poi ha persino sottaciuto il tanto proclamato “cambiamento” nelle Forze Armate. La legge sui sindacati militari, definiti  “associazioni a carattere sindacale” ( quasi a voler nascondere l’aggettivo “SINDACATO”, tentando in qualche modo di mistificarne e delegittimarne il significato) è letteralmente scomparsa dalle discussioni della Commissione Difesa.

Sono passati  quasi 19 mesi e la legge non c’è. Alla faccia del cambiamento! L’insolita telenovelas anticostituzionale è stata ripresa perfino  dal quotidiano  ” The Huffington Post ” ( leggi QUI). Non una parola al riguardo è stata proferita dal Ministro della Difesa Lorenzo Guerini in data odierna durante l’audizione in Commissione Difesa circa le linee programmatiche del Dicastero. ⇓




C’è voluto addirittura l’intervento di Maria Tripodi di Forza Italia per rammentare al ministro che la Corte Costituzionale si era espressa al riguardo ( minuto 44 del video che vi proponiamo di seguito), mentre l’Onorevole Tondo , dopo le dichiarazioni della Tripodi, si è detto molto contrariato . Probabilmente, a suo modo di vedere,  ciò che stabilisce la Corte Costituzionale è opinabile.

Il Ministro della Difesa durante l’audizione ha edotto i parlamentari circa la situazione critica che attraversa tutto il Comparto Difesa, promettendo una drastica riduzione degli sprechi.Un intervento prettamente tecnico nel quale Guerini ha sottolineato che le scelte effettuate a suo tempo con la legge 244/12 ( Riforma dello Strumento Militare), mirate a ridurre il personale in virtù di un aumento di fondi per il funzionamento delle Forze Armate, non hanno sortito l’effetto auspicato per molteplici ragioni( che non ha spiegato) . Il Ministro piddino ha dedicato anche qualche secondo ai correttivi al riordino delle carriere, osannando paradossalmente il lavoro sin qui svolto.

La relazione del Ministro della Difesa ha altresì reso note le intenzioni del governo su tematiche di fondamentale importanza, come le risorse destinate alla Difesa, perorando la causa dell’industria militare con 160mila dipendenti ed un fatturato di circa 14 miliardi di euro, di cui il 70% destinato all’estero ( clicca QUI per ascoltare l’audiizone integrale).

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