http://www.italgiure.giustizia.it/xway/application/nif/clean/hc.dll?verbo=attach&db=snpen&id=./20191224/snpen@s10@a2019@n51970@tS.clean.pdf

Tenuta del Fondo di Previdenza: Il SIAF scrive all’Autorità di Vigilanza

COMUNICTO STAMPA SIAF “SINDACATO ITALIANO AUTONOMO FINANZIERI”

Allarme sulla tenuta del Fondo Previdenza e sull’ipotizzata unificazione con la Cassa Ufficiali. Il SIAF chiede dati e informazioni al Fondo e all’Autorità di Vigilanza

Fondo di Previdenza per il personale del Corpo appartenente ai ruoli I.S.A.F. Richiesta informazioni e dati.

La scrivente Organizzazione Sindacale ha appreso in questi giorni, dai social network, di un articolo, ormai diventato virale, a firma di un delegato COBAR Campania, peraltro richiamando un articolo pubblicato sul sito di un’Associazione Civica che tratta anche questioni inerenti al Corpo, dal quale emergono ipotetici e allarmanti scenari inerenti il futuro del Fondo, la sua sostenibilità, il probabile accorpamento con la Cassa Ufficiali, nonché criteri discutibili di gestione.

I contenuti dell’articolo, con il quale peraltro si invitano tutti gli iscritti ad inviare una mail al citato Fondo, mettono insieme concetti che risultano verosimilmente difformi e contrastanti rispetto alle notizie in possesso di questa O.S. e, probabilmente del personale, generando una forte preoccupazione e diffidenza, ma anche senso di incertezza e smarrimento. Pag. 1 a 3 Sono migliaia, infatti, le richieste di delucidazione da parte di iscritti e non, che in ogni forma stanno pervenendo a questa O.S. in queste ore, accompagnate da richieste d’intervento a tutela dei loro interessi. Come noto, il Fondo di Previdenza é un Ente dotato di propria soggettività giuridica, al quale è riconosciuta autonomia finanziaria, patrimoniale, gestionale e amministrativa.

A decorrere dal 3 giugno 1990, al Fondo di Previdenza è iscritto d’ufficio, all’atto della nomina a finanziere, tutto il personale appartenente ai ruoli ispettori, sovrintendenti ed appuntati e finanzieri e si alimenta tramite contribuzione degli iscritti, i quali sono tenuti a versare all’Ente, dalla data di iscrizione, una quota mensile pari al 2 per cento dell’80 per cento dello stipendio percepito (intero o ridotto). I suddetti premi, non sono soggetti a tassazione proprio perchè sono corrisposti su istanza di parte agli iscritti, all’atto in cui cessano dal servizio permanente effettivo, qualunque ne sia la causa e qualunque sia stato il periodo di iscrizione all’Ente.

Il premio di previdenza, per il personale iscritto al Fondo che cessa dal servizio permanente effettivo con decorrenza successiva al 1° gennaio 2017 – esente da ogni tipo di tassazione – viene liquidato nella misura del 2,80% dell’80% dello stipendio annuo lordo percepito. Il premio aggiuntivo di previdenza, di cui all’art. 4, legge 30 novembre 1961, n. 1326 è commisurato agli anni di effettivo servizio prestato nella Guardia di Finanza, diversamente dal primo, risulta interamente imponibile in quanto, ai sensi della legge 7 febbraio 1951, n. 168 viene alimentato dalle entrate annuali assegnate all’Ente e soggetto all’applicazione della stessa tassazione IRPEF applicata sul trattamento di fine servizio erogato dall’INPS.

Ciò premesso, a questa Organizzazione Sindacale risulta che le liquidazioni dei premi di previdenza, così come contemplati fino ad oggi potrebbero continuare ad essere erogati nel corso degli anni, tuttavia a causa dell’elevato numero di pensionamenti che interesseranno le categorie ISAF da qui ai prossimi 10 anni, il patrimonio mobiliare dell’Ente si ridurrebbe drasticamente (a circa 25/27 milioni di euro rispetto ai 210 milioni di euro circa, risultanti alla data di chiusura del bilancio in esame), di fatto rendendolo pressoché inoperativo rispetto alle finalità istitutive. Così come appare, peraltro, a questa O.S., che le motivazioni che stanno muovendo il CDA dell’Ente ad avviare una modifica legislativa che possa rivedere in aumento la contribuzione a carico degli iscritti, con un aumento graduale nell’arco di un triennio, portando il prelievo dall’attuale 2% dell’80% dello stipendio al 3% a regime, siano dettate esclusivamente dalle precedenti motivazioni di sostenibilità e finalizzate meramente a continuare a salvaguardare la funzionalità del Fondo nell’interesse degli iscritti, atteso il numero elevato di pensionamenti nei prossimi anni.

Dall’esame dei bilanci pubblicati sul sito dell’Ente, peraltro, emerge che “nell’esercizio finanziario 1° gennaio – 31 dicembre 2022, il Fondo di previdenza, impiegando le risorse disponibili, rappresentate principalmente dalla contribuzione degli iscritti (88% circa delle entrate complessive Pag. 2 a 3 dell’Ente) e, in via secondaria, dalle entrate derivanti dalla gestione del patrimonio, ha operato secondo i compiti istituzionali, nel pieno rispetto delle norme che ne regolano l’attività”. Senza voler scivolare in sterili contrapposizioni, inoltre, si ritiene che gli auspici che in queste ore sta paventando pubblicamente qualche altra sigla sindacale rischiano di illudere, ulteriormente, le aspettative del personale in un momento di per sé già molto critico, poiché finalizzati a sollecitare il Corpo a ricercare altre soluzioni anziché ricorrere al’aumento della contribuzione (finanziamento pubblico del fondo e maggior rendimento degli investimenti) pur sapendo che il Fondo, per legge istitutiva, deve alimentarsi con la contribuzione degli iscritti e gli investimenti devono essere, seppur redditivi, necessariamente prudenziali e bilanciati, evitando operazioni finanziarie cosiddette speculative, che seppur potrebbero rendere notevolmente, esporrebbero, nel contempo, a rischi di perdite elevate.

La scrivente, pertanto, alla luce degli allarmismi che si stanno alimentando e delle pur significative variazioni economiche che si prospettano nella contribuzione mensile, qualora la modifica venisse approvata, chiede formalmente al CDA del Fondo Previdenza e all’Autorità di Vigilanza, di fornire formali elementi e assicurazione a questa Organizzazione Sindacale e parimenti a tutti gli iscritti al Fondo di Previdenza, in merito alle seguenti questioni:

 che non vi siano in atto iniziative o intenti che tendano all’unificazione del Fondo Previdenza con la Cassa Ufficiali;

 che la decisione di rivedere l’aumento graduale, nell’arco di un triennio, della percentuale di contribuzione al Fondo da parte degli iscritti, sia dettato esclusivamente da esigenze legate a maggiore e rilevanti importi che l’Ente dovrà erogare agli iscritti nell’arco del prossimo decennio, a seguito dei rilevanti pensionamenti;

 che non vi é la possibilità di poter alimentare finanziariamente il Fondo, con le ingenti risorse necessarie, con altre risorse pubbliche e che l”aumento della contribuzione, pertanto, sia inevitabile;

 di rendere preventivamente pubblica, agli iscritti, ogni ulteriore scelta, di particolare rilevanza, che dovesse rendersi necessaria per il buon andamento del Fondo o che ne comporti variazioni negli scopi sociali;

 di coinvolgere preventivamente, fermo restando l’autonomia gestionale del CDA dell’Ente, anche le Organizzazioni Sindacali, al fine di acquisire elementi utili e di conoscenza, nell’interesse collettivo e di poter svolgere il ruolo di garanzia per tutti gli iscritti al Fondo. Certi di un celere e puntuale intervento, al riguardo, volto a rendere preventivamente conoscibili agli iscritti le ragioni che sottendono alle scelte del Fondo Previdenza, che potrebbero portare alle modifiche precdentemente richiamate, si coglie l’occasione per porgere 

 

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