http://www.italgiure.giustizia.it/xway/application/nif/clean/hc.dll?verbo=attach&db=snpen&id=./20191224/snpen@s10@a2019@n51970@tS.clean.pdf

SINAFI: Storia di un finanziere in attesa del vaccino

Peppe è un collega, nostro associato, gli mancano solo 3 anni per andare in pensione. Sta aspettando il messaggio dell’ASL per la prima dose del vaccino anti Covid. Nel suo ufficio l’hanno fatto quasi tutti, tranne lui ed un collega ancora tanto indeciso.

Il messaggio tarda ad arrivare ma Peppe, comunque, indossa la mascherina, rigorosamente FFP2, e spesso ne sovrappone un’altra chirurgica, si lava spesso le mani, non ha contatti se non con i propri familiari e colleghi d’ufficio, mantiene le distanze, si limita nelle uscite facendo solo quelle indispensabili, ma un bel giorno accusa dei sintomi e va a fare un tampone sierologico.

Peppe è positivo, non può crederci, impossibile!!

È stato sempre attento. Si saranno sbagliati, e allora va a fare un ulteriore tampone, quello molecolare, ma purtroppo il primo esame non era errato.

Con lui si sottopongono a controllo anche i figli e la moglie, tutti positivi. Si chiudono in casa, e mentre i familiari fortunatamente si riprendono in un baleno, per lui inizia il calvario.

Prima i medicinali, poi l’ossigeno ma tutto questo non basta!!!!! Il medico di famiglia gli consiglia il ricovero e Peppe, prima tentenna ma poi si decide, deve farlo, questo Covid è spietato.

Arriva l’ambulanza, Peppe saluta i suoi, in cuor suo non sa se li vedrà, ha visto in tv scene strazianti, troppi casi finiti male, tanti morti da soli in un letto d’ospedale o in una casa di cura, funerali “a distanza”.

Ma Peppe è forte, o almeno non deve apparire debole, e tranquillizza la famiglia, non vi preoccupate, ci rivediamo e torneremo alla normalità come prima, quella normalità che questo maledettissimo virus ci ha tolto.

Arriva in ospedale e gli applicano subito l’ossigeno. Peppe terrà la mascherina continuativamente e costantemente per 7 lunghissimi ed estenuanti giorni.

Nella vita normale 7 giorni passano in fretta, ma non per Peppe che è immobile e da solo in un letto a guardare il soffitto; non può parlare e interagisce con i dottori esclusivamente con piccoli gesti.

Nell’angosciante e intenso silenzio di una terapia intensiva, interrotto dai soli “bip” dei macchinari, Peppe pensa alla sua vita, ai suoi cari, ad ogni attimo trascorso insieme, ai momenti belli, alle tante sofferenze, alle delusioni, alle aspettative, ai progetti futuri e gli occhi iniziano a lacrimare e copiosamente piange, inerme.

Passano i giorni ma Peppe è ancora lì, i medici non si sbilanciano, hanno visto troppe persone peggiorare in poco tempo, non vogliono dare false aspettative. E intanto i familiari soffrono, vorrebbero dargli conforto e prendere coraggio, accarezzarlo, toccarlo, parlargli ma sono lontani, a casa, perché questo spietato Covid può portarti via un padre, un marito, un familiare e non ti permette di stargli vicino.

Peppe soffre ma non si lamenta, resiste, lui è forte!!!! E’ caparbio in senso buono, ed a piccoli passi, miracolosamente, col passare del tempo migliora, sì migliora. La terapia funziona, i medicinali utilizzati iniziano a far effetto.

I medici si sbilanciano, gli dicono che sta migliorando e Peppe può levare per pochi minuti la mascherina dell’ossigeno e prova a mandare un messaggio vocale ai suoi familiari. E con una voce flebile ma alterata dall’ossigeno, inizia invano a registrare, ma non parla perché subito si emoziona, non trattiene le lacrime ma ride contemporaneamente, è felice anche se non riesce a comunicarlo ai suoi cari.

Peppe inizia a mangiare e giorno dopo giorno non necessita ininterrottamente dell’ossigeno, si alza per pochi minuti e con passo lento si avvicina alla finestra e saluta la famiglia che è fuori l’ospedale. Peppe si emoziona piangendo e con lui i suoi cari. Ma queste sono lacrime di felicità perché sanno che adesso la strada è in discesa, non ci sono più ostacoli inattesi.
Quei 7 interminabili e sofferenti giorni in terapia intensiva sono ora solo un ricordo.

Peppe lascia la terapia intensiva. Respira da solo, inizia a mangiare di più ed anche tanto, passeggia, parla, e quanto parla 😊 ed ha voglia di comunicare con tutti. Prende il telefono e chiama tutto il mondo, che è felice con e per lui. Dopo 17 lunghissimi giorni torna finalmente a casa.

Peppe sa che è stato fortunato, che solo 17 giorni in ospedale non sono niente, conosce gente ospedalizzata per mesi ed ora vuole testimoniare quello che gli è successo, vuole spiegare che non è un gioco e che può accadere a tutti, a tutti quelli che………

non credono al Covid,

prendono decine di medicine senza leggerne le controindicazioni e che rifiutano il vaccino perché non si fidano,

vedi per strada senza mascherine,

dicono tanto a me non succede,

si professano No Vax,

parlano di complotti.

Peppe è nato per la seconda volta!

E allora bentornato fra noi Peppe!!!!!

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