Il militare ha deciso di rinunciare all’udienza fissata per il 16 ottobre, optando per il processo immediato. L’accusa nei suoi confronti è quella di non aver raccolto la denuncia di una donna che, un anno dopo, sarebbe stata uccisa dal marito.

Si tratta del caso di Gabriela Trandafir, assassinata il 13 ottobre 2022 a Cavazzona di Castelfranco Emilia, insieme alla figlia Renata, da Salvatore Montefusco, oggi condannato all’ergastolo in appello.

Secondo la Procura, il luogotenente avrebbe rifiutato di ricevere la denuncia presentata dalla donna il 13 luglio 2021. In quell’occasione, avrebbe cercato di convincerla a procedere solo con una causa civile di separazione, nonostante le paure espresse dalla vittima per la propria incolumità e quella dei figli. Quando la donna insistette per formalizzare la querela, il militare le avrebbe detto di tornare nel pomeriggio, sostenendo di non poterla accogliere in quel momento.

La Procura contesta inoltre al carabiniere di non aver svolto nei tempi dovuti le indagini richieste dopo che, il giorno successivo, Gabriela si era rivolta a un’altra caserma dell’Arma, a Bologna, riuscendo finalmente a sporgere denuncia.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la donna sarebbe stata poi fatta attendere in sala d’attesa, dove nel frattempo arrivò l’avvocato del marito. Temendo che Montefusco potesse venire a sapere della sua intenzione di denunciarlo, Gabriela avrebbe quindi rinunciato temporaneamente, per poi tornare il giorno seguente in un’altra sede.

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