17 giugno 2025 1° Lgt. in pensione Antonio Pistillo
Con un articolo pubblicato il 2 ottobre 2023 intitolato “la riforma fiscale del governo Meloni è una beffa!” abbiamo dimostrato che il passaggio da 4 a 3 aliquote Irpef non ha portato nessun beneficio per i percettori di reddito fino a 15.000 euro annui e ha prodotto risparmi impercettibile su stipendi e pensioni sopra tale soglia, come si evince da specchio a seguire.
Quindi, non è affatto vero che la tassazione su lavoratori e pensionati è aumentata, ma è stata lievemente ridotta anche se è aumentata la pressione fiscale.
La pressione fiscale è un indicatore economico che esprime, in percentuale, il rapporto tra le entrate come imposte dirette (sul reddito e sul patrimonio), imposte indirette (come Iva, accise, tributi locali) e contributi sociali (Inps, Inail ecc ecc) e il Pil, quindi un indice di quanto lo Stato chiede ai cittadini per far funzionare l’apparato amministrativo e per finanziare i sevizi sociali.
Appare evidente che un incremento dell’indice della pressione fiscale non viene determinato solo e unicamente da un aumento del gettito fiscale, e quindi non rappresenta in modo univoco un segnale di inasprimento della tassazione operata su lavoratori e pensionati che, con il passaggio da 4 a 3 aliquote Irpef, è comunque diminuita.
Come si calcola l’Irpef
La tassazione è determinata per scaglioni di reddito e relative aliquote come segue:
23% fino a 28 mila euro;
35% oltre 28 mila e fino a 50 mila euro;
43% oltre 50 mila euro.
Tale operazione permette di quantificare l’Irpef lorda.
Le detrazioni e l’Irpef netta
L’Irpef netta è definita sottraendo dall’imposta lorda la detrazione da lavoro o da pensione
La tabella a seguire mostra quale è la tassazione in percentuale al reddito da pensione.