Molti militari opteranno per l’istituto dell’ Ausiliaria al compimento dei 40anni effettivi di servizio. Ma è davvero la scelta giusta da fare? In questo articolo cercheremo di fare chiarezza.
E’ d’obbligo rammentare che il personale per ambire all’accesso all’istituto dell’ Ausiliaria deve aver raggiunto i limiti di età per il grado ed il ruolo di appartenenza e non rinunci espressamente ad esservi collocato (art. 992, d.lgs. 15 marzo 2010, n.66);
Per accedere in suddetta posizione, il personale deve rientrare in determinati requisiti, ovvero:
abbia raggiunto almeno 40 anni di servizio effettivo e ne faccia domanda;
si trovi a non più di cinque anni dal raggiungimento del limite di età e abbia maturato i previsti requisiti per le pensioni di anzianità (“scivolo”) e ne faccia domanda (art. 2229, d.lgs. 15 marzo 2010, n.66); ( poche centinaia di posti all’anno suddivisi per tutte e tre le forze armate)
Per ciò che concerne il ruolo Ufficiali, il militare deve essere collocato prima nella posizione di aspettativa per riduzione quadri (ARQ ) e, avendone i requisiti anagrafici o contributivi, ne faccia domanda. (Leggi anche probabile apertura ARQ al personale di altri ruoli clicca QUI” )
Per accedere all’Ausiliaria, all’atto della cessazione dal servizio, il militare deve manifestare la propria disponibilità a prestare servizio nell’ambito del comune o della provincia di residenza presso l’Amministrazione di appartenenza o altra Amministrazione (art. 886, d.lgs. 15 marzo 2010, n.66).
La permanenza nell’Ausiliaria ha una durata massima di 5 anni (modifica all’articolo 992, comma 2 del C.O.M.apportata dall’articolo 1, comma 1 del Decreto Legislativo 29 maggio 2017, n. 94).
Il personale posto in Ausiliaria non può assumere impieghi, o rivestire cariche societarie, o assolvere comunque incarichi, retribuiti o non, presso imprese commerciali, industriali o di credito che hanno rapporti contrattuali con l’amministrazione militare. Chi contravviene a queste norme, viene transitato immediatamente nella posizione di Riserva e perde immediatamente il trattamento economico aggiuntivo.
Lo stesso trattamento è riservato al militare che non accetti per due volte di seguito un eventuale impiego presso l’amministrazione di appartenenza o altre amministrazioni, secondo le norme del d. lg. n. 498/1997, applicabili a tutto il personale militare, ai sensi dell’art. 2, d. lg. n. 498/1997.
Infine, il militare cessa di appartenere alla categoria dell’Ausiliaria e transita nella categoria della Riserva per: limiti di età, rinuncia espressa o motivi sanitari (art. 995, d.lgs. 15 marzo 2010, n.66).
Allo stato attuale, l’Ausiliaria è certamente la forma di trattamento pensionistico più conveniente. Al militare interessato spetta, in aggiunta al trattamento di quiescenza, una indennità annua lorda, pari al 50% della differenza tra il trattamento di quiescenza percepito e il trattamento economico che spetta al pari grado in servizio, dello stesso ruolo e con anzianità di servizio corrispondente, a quella posseduta dal militare all’atto del collocamento in ausiliaria. Inoltre chi gode dei privilegi dell’Ausiliaria può accedere alche al “moltiplicatore”.
Di contro, gli ultimi sviluppi del clima politico stanno influenzando notevolmente l’impiego di questo personale presso altre amministrazioni . Alla fine del 2018, la politica aveva già messo in programma l’eventualità di un richiamo in servizio di questo personale presso i comuni. La vicenda venne discussa proprio nel portale dedicato ai sindaci italiani.
Oggi Gianluca Quacquarini, Consigliere Comunale Movimento 5 Stelle Ancona, ha annunciato che tutti i gruppi del consiglio comunale, sia di maggioranza che di opposizione, avrebbero votato favorevolmente la proposta di impiego dei militari posti in Ausiliaria presso il comune di Ancona.
Quacquarini nel suo comunicato, rammenta che l’istituto dell’ausiliaria è un periodo transitorio durante il quale il militare, in occasione della cessazione del rapporto permanente di impiego, e in alternativa al congedo in riserva, può essere richiamato da una Pubblica Amministrazione della sua provincia di residenza per un periodo di cinque anni senza alcun costo supplementare per la stessa, continuando a percepire gli emolumenti erogati dal Ministero della Difesa.
Parliamo di competenze utili ad un Comune come per esempio quelle possedute da un ingegnere specializzato – sostiene il consigliere comunale – un medico, un biologo o un informatico, e soprattutto a costo zero.
Da anni è prevista questa opportunità – continua Quacquarini – ma mai erano stati divulgati gli elenchi dei militari in regime di ausiliaria come fatto dal settembre 2018 dall’allora Ministro della Difesa dott.ssa Elisabetta Trenta, rendendo così fruibile questo strumento finora non sfruttato.
Un solo esempio: il comune di Terni da novembre 2018, approfittando di questo strumento, utilizza nei propri uffici 13 militari e specificatamente nel settore dei Lavori Pubblici e dell’Urbanistica.
In buona sostanza ed a conclusione di questo articolo, vogliamo consigliare a chi ambisce ad essere posto in Ausiliaria , di considerare certamente l’aspetto economico, ma di non tralasciare nel modo più assoluto un probabile reimpiego nel civile.