Daniele Bernasconi al rientro in Italia ,ha raccontato a montagna.tv ciò che è accaduto sul Gasherbrum IV.“ Ve lo proponiamo di seguito:
Eravamo a circa 7000 metri, all’attacco della cresta salita dalla spedizione italiana nel ‘58. La nostra acclimatazione era già buona, abbiamo deciso di scendere perché c’era vento e faceva freddo anche se il cielo era abbastanza sereno. Abbiamo attrezzato un canale fissando una corda e Maurizio ha iniziato a scendere Non ho sentito scricchiolii, ma in fianco a me si è mossa una massa di ghiaccio di 10 forse 20 metri cubi che è precipitata su Maurizio, investendolo in pieno e trascinandolo in basso.
S’è strappato l’ancoraggio e la corda alla quale per fortuna non ero agganciato. Il volo è stato di 100 forse 150 metri, il posto non era brutto, avevamo paura che il crollo non fosse terminato, eravamo cauti, ma siamo scesi subito a vedere e capire le condizioni di Maurizio rendendoci conto della situazione irreparabile”.
“Hervé (Barmasse, ndr), che era da quelle parti con gli sci, ci ha dato una bella mano, e con una slitta improvvisata abbiamo trascinato il corpo sul plateau fino a campo 1. Aspettavamo l’elicottero per il 12 ma nonostante il tempo fosse bellissimo i militari hanno rinviato il recupero. Il 13 sono arrivati, hanno sorvolato la zona e poi sono rientrati a Paju (lì c’è una importante base militare fissa nei pressi della fronte del ghiacciaio Baltoro, ndr) per fare rifornimento.
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Ci hanno fatto avere istruzioni sul recupero con una corda agganciata sotto l’elicottero. Poi alla fine, quando sono ritornati, hanno preferito atterrare e caricare il corpo sul sedile dietro dell’elicottero“L’hanno portato prima a Pajù, poi a Skardu e da lì con un aereo a Islamabad. Come sempre queste operazioni sono complesse e delicate, anche perche il Pakistan non è particolarmente attrezzato per queste evenienze ed è perfino difficile trovare bare adeguate” “Purtroppo il costo di queste operazioni di soccorso continua a essere elevato, attorno ai 20.000 dollari. Non discuto il costo e l’organizzazione che è nelle mani in esclusiva di una organizzazione di ex aviatori, ma gli alpinisti devono esserne consapevoli e provvedere a tutte le assicurazioni e garanzie, altrimenti le cose si complicano di molto”.