C’è un nuovo problema che riguarda l’F-35, il cacciabombardiere prodotto da un consorzio multinazionale a guida americana e a cui partecipa anche l’Italia: quest’aereo travagliato da imprevisti e ritardi sembra essersi lasciato alle spalle le difficoltà peggiori, ma adesso si scopre che è difficile trovargli uno “sparring partner” adeguato ad addestrare come si deve i piloti.
Spiega Pietro Batacchi, direttore di Rid – Rivista italiana difesa: «L’utilizzo dell’F-35 richiede un’evoluzione nei sistemi e nelle modalità di addestramento. Un caccia di quinta generazione come l’F-35 richiede anche un’evoluzione negli opponenti per simulare il combattimento. In particolare, bisogna tener conto del fatto che l’F-35 è stealth ed è particolarmente “ostico” per i radar dei caccia avversari».
In parole povere l’F-35 pur non essendo invisibile ai radar in senso letterale si lascia individuare solo con estrema difficoltà. Fino a oggi per addestrare i piloti all’uso degli aerei militari in combattimento si è fatto ricorso a compagnie private che dispongono di flotte di aerei militari in disuso.