Disegno di legge di riforma del diritto penale militare. Intervista al Procuratore Generale Militare Maurizio Block

Proponiamo di seguito un breve sunto dell’intervista che il giornalista dell’Espresso Giancarlo Capozzoli ha fatto a Maurizio Block, Procuratore generale militare.

Ho realizzato questa lunga intervista con Maurizio Block, Procuratore generale militare presso la Corte di Cassazione dal 2018, su questioni attinenti ad un disegno di legge di riforma del diritto penale militare, in esame proprio in questi giorni alle Commissioni parlamentari Difesa e Giustizia della Camera.

MB  …i tribunali militari sono previsti dalla Costituzione all’art 103, sono organi di rango costituzionale. Quando fu stabilito che i tribunali militari dovevano far parte del nostro ordinamento giudiziario, fu previsto che avessero una competenza limitata. Ed infatti attualmente hanno una competenza soltanto per i reati militari commessi dagli appartenenti alle forze armate.

GC: Quando si parla di appartenenza alle forze armate a cosa ci riferiamo esattamente?

MB: Si parla di soggetti che sono in servizio attivo, quindi non anche le persone che hanno raggiunto la quiescenza e che quindi sono a riposo.

GC Per quanto riguarda il concetto di reato militare invece?

MB:  La Costituzione non lo definisce, ma lo stabilisce la legge ordinaria. In sostanza per capire cosa è un reato militare bisogna guardare proprio testualmente il codice penale militare, in quanto è qui che possiamo trovare quasi tutti i reati militari.

Per una serie di circostanze, i reati militari si sono andati progressivamente assottigliando e nel contempo anche la giurisdizione militare ha assunto una connotazione più ristretta.

A volte come la cronaca più recente insegna, si possono anche creare conflitti tra la giurisdizione ordinaria e  militare.  Si veda, ad esempio, il caso recente in cui la magistratura ordinaria si occupa di un episodio di spionaggio che è  qualificato come spionaggio comune. L’intervista prosegue QUI

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