Oggi Elisabetta Trenta e Matteo Salvini hanno cessato la propria esperienza di governo. Chi auspicava una riconferma del Ministro della Difesa dovrà farsene una ragione, i 5 stelle hanno clamorosamente ed incomprensibilmente ceduto alle avance del PD, concedendo il dicastero al renziano Lorenzo Guerini.
L’ inaspettata uscita di scena della Trenta lascia incompiuto un grande lavoro in tema di riforme delle Forze Armate. Riforme del tutto contrastanti con i precedenti governi e talvolta perfino con le linee dettate dai vertici militari , ma comunque ampiamente condivise da molti militari, anche se talvolta non sono mancate le critiche .
La promessa di una riapertura delle caserme nel sud Italia ad esempio, era fonte di un certo entusiasmo in quei militari alla continua ricerca di un riavvicinamento al proprio paese d’origine;
L’inverosimile promessa di intervenire sui correttivi in favore del personale rimasto indietro nel Riordino delle Carriere del lontano 1995, era stato senza dubbio l’ elemento cruciale che aveva perfino convinto i militari più scettici. Questo provvedimento avrebbe dovuto essere intrapreso il prossimo 30 settembre, ma probabilmente rimarrà soltanto una chimera.
L’accelerazione imposta sulla sindacalizzazione dei militari , adottata malgrado in alcuni ambienti delle ffaa non vi fosse la benché minima concezione di cosa volesse significare, è stata pian piano assorbita ed accettata da tutti ( o quasi) e , giova constatarlo, era ormai oggetto di discussione quotidiana nelle caserme italiane;la successiva concessione di una certa operatività ai neo sindacalisti, tramite delle circolari emesse dal proprio staff, aveva segnato il netto distacco con le politiche precedenti, sature di false promesse e di pochissimi atti concreti.
Purtroppo i continui contrasti tra il Ministro della Difesa Elisabetta Trenta ed il Ministro dell’Interno Matteo Salvini, hanno fatto si che entrambi , per motivi diversi, venissero estromessi dai giochi. La Trenta tradita dai pentastellati (in virtù di accordi non svelati), Salvini invece è stato tradito dall’ impazienza di trasformare in realtà quei sondaggi che lo vedevano vincente in una eventuale tornata elettorale, ma soprattutto, entrambi traditi dalla reciproca mancanza di dialogo che li ha da sempre contraddistinti come poco o per nulla “empatici”.
Il diniego dello stesso Salvini allo stanziamento di 7 milioni di euro per l’Operazione Strade Sicure in favore dei militari, ha segnato il punto di rottura irreversibile tra i due dicasteri.
In molti oggi temono che svanisca ogni legittima aspettativa posta in essere con il governo Conte1. Il Decreto Sicurezza Bis, probabilmente verrà rimesso in discussione, cosi come tutto il sistema Italia relativo all’immigrazione. In sostanza, buona parte di un anno di lavoro, potrebbe andare completamente perso. Ma non tutti sono rimasti delusi dall’uscita dei due ministri. Ad esempio c’è chi ha addirittura brindato al siluramento della Trenta. Probabilmente altri commenteranno presto in tal senso anche su Salvini.
La Trenta in una intervista a “il messaggero” ha confessato la propria delusione, dichiarando di essere stata in bilico fino allo scorso martedì per il rinnovo della nomina , poi la brutta notizia, ma se lo aspettava: sapevo che il movimento non mi avrebbe lasciato al ministero ha detto. Tornerà ad insegnare alla Link university.
Salvini invece non si da pace. Probabilmente consigliato male, ha annunciato la propria sfiducia al governo proprio nel momento peggiore, senza calcolare che le sue dichiarazioni avrebbero potuto riesumare un PD scomparso dalle cronache da molti mesi. Nei suoi continui comunicati auspica una caduta inesorabile e repentina di questo nuovo governo, ma solo i fatti sapranno dirci se le sue previsioni sono giuste.
L’ ATTESA….
Ora poliziotti e militari potranno solo attendere l’evolversi degli eventi, al fine di poter comprendere le vere intenzioni dei due nuovi ministri, Lorenzo Guerini ( Difesa) e Luciana Lamorgiese (Interno). C’è da dire che Lorenzini è un ex democristiano, oggi renziano, ma con basi culturali e politiche appartenenti a tutt’altra linea politica. Inoltre , per dover di cronaca, Lorenzini è anche parte integrante di quel partito che, tramite un Decreto Legislativo, propose la possibilità di lasciare il servizio anticipatamente in cambio di una perdita di una percentuale di stipendio (A.R.Q. https://nonsolomarescialli.it/7266-2/). Chissà se nelle sue intenzioni c’è anche quella di favorire il ricambio generazionale auspicato dai suoi predecessori…
Luciana Lamorgiese invece è un tecnico. Cosa riserverà la sua azione al comparto sicurezza è un mistero. Il primo fine di attribuire l’incarico ad una “non politica” parrebbe proprio quello di “depoliticizzare” l’immagine del Ministro dell’Interno. Laureata in giurisprudenza , ha svolto gran parte della propria carriera come funzionaria presso il Ministero degli Interni, quindi conosce molto bene tutti i meccanismi interni al dicastero.↓
Dal 2013 al 2017 la Lamorgiese è stata a Capo del Gabinetto del Ministero dell’ Interno, prima con Angelino Alfano e poi con Marco Minniti, fino all’incarico di Prefetto di Milano per lunghi 20 mesi.
Con L’augurio di un buon lavoro ad entrambi i neo ministri , l’auspicio è che non si torni ad una politica sorda alle richieste di molti, per accontentare le pretese di pochi.
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