Congedati 3 dei 4 parà che chiedevano soldi ai cinesi. In tre patteggiano, uno rinviato a giudizio.

Hanno scelto di patteggiare tre dei quattro militari dell’Esercito arrestati lo scorso anno dalla polizia dopo essere stati accusati di aver chiesto illegalmente danaro da alcuni commercianti cinesi . Per tutti l’accusa era di “concussione”.

I cinesi venivano fermati illegalmente dai militari durante l’espletamento dell’operazione “Strade Sicure” e venivano sottoposti a controlli non previsti in quella zona perché al di fuori del percorso di vigilanza.



I parà all’epoca dei fatti erano tutti in forza presso la caserma Marini di Pistoia nel 183° Reggimento paracadutisti Nembo. In tre si sono congedati. Gli episodi di ricatto sono avvenuti tutti a Prato. Furono tutti arrestati in seguito ad una “soffiata” circa una pattuglia dell’Esercito che si appostava nei pressi delle aziende e fermava i furgoni commerciali alla cui guida c’era il cinese di turno.

Dopo un controllo dei documenti, i militari pare iniziassero ad ipotizzare multe salatissime da pagare necessariamente in contanti.  Da quanto riporta “notizie di Prato”, i parà avevano instaurato una vera e propria attività parallela che  fruttava tra i 50 ed i 100 euro per ogni cinese fermato.



In un’occasione i quattro si sarebbero accontentati di appena dieci euro, poiché l’estorto non aveva altro danaro con se. Tra gli asiatici era iniziata a circolare la notizia e molti di loro  avevano denunciato la presenza irrituale della pattuglia in un loro gruppo social , cercando di evitare di essere fermati percorrendo un tragitto diverso.

Il giudice delle udienze preliminari, dopo un attenta valutazione del caso,  ha accolto la richiesta di patteggiamento di tre dei quattro militari, un Caporal Maggiore e due soldati, tutti congedati, condannandoli a due anni . Soltanto uno di loro , un Caporal Maggiore Scelto, ha deciso di continuare la via del processo, ed è anche l’unico che non si è congedato.





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