BOZZA 875 SUI SINDACATI MILITARI : I 5 STELLE SI RIPRENDONO IL TESTO MA C’È ANCORA MOLTO DA FARE

Ieri, Giovedì 18 aprile 2019, le giunte e delle commissioni parlamentari della Commissione Difesa hanno emesso un bollettino relativo alle “Norme sull’esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e dei corpi di polizia ad ordinamento militare, nonché delega al Governo per il coordinamento normativo (Nuovo testo base C. 875 Corda e abbinate C. 1060 Maria Tripodi e C. 1702 Pagani)”.

I 5 Stelle hanno ripreso il controllo del ddl e finalmente è stata pubblicata la bozza integrale di tutto il provvedimento.

Nel corso della seduta sono stati valutati tutti gli emendamenti ( presentati in tempi record con pochissimi giorni a disposizione ) e nella discussione tra i componenti della commissione difesa sono emersi alcuni punti critici circa le modifiche apportate al testo che aveva presentato la Deputata Emanuela Corda.

Durante la discussione la “maggioranza” o forse in questo caso è più appropriato dire “i  5 Stelle” , hanno eliminato alcune delle norme paradossali comparse nell’ultima bozza, accettando con sorpresa il sindacato interforze, ma con serie e motivate limitazioni. Tali sindacati infatti saranno considerati solo in base alle iscrizioni pervenute per Forza Armata e non cumulandole tutte .

Salvatore DEIDDA (FdI) nel corso della seduta ha sottolineato che  sussistono differenti visioni dei due gruppi che sostengono il Governo, impedendo al provvedimento di procedere in maniera lineare.  DEIDDA inoltre ha indicato come “erronee” le aspettative che si sono create intorno alla riforma sindacale da parte del personale militare, anche per via di promesse irrealizzabili o di proclami che sono stati fraintesi.

Le dichiarazioni di  Deidda sono state condivise da Roger DE MENECH (PD) che ha auspicato importanti novità durante la pausa dei lavori per le festività di Pasqua.



La CORDA (M5S), relatrice del provvedimento, non ha ritenuto condivisibili le critiche rivolte all’atteggiamento della maggioranza e del Governo, sottolineando i risultati positivi dell’azione dell’Esecutivo che sta operando concretamente, rivendicando inoltre la paternità della sindacalizzazione dei militari,  sostenuta già nella scorsa legislatura, ancora prima che la Corte costituzionale si pronunciasse sull’illegittimità del divieto di costituire sindacati di militari, rispedendo al mittente tutti i tentativi di influenzare le scelte normative che il legislatore è tenuto ad operare.

Roberto Paolo FERRARI (Lega) non ha condiviso le considerazioni del collega Deidda riguardo al numero delle proposte emendative presentate dalla maggioranza, per il resto sembra aver accettato di buon grado tutte le altre contestazioni, lasciando intendere una sua condivisione circa le parole pronunciate dal collega DEIDDA sulle “erronee”  aspettative del personale militare.  

La bozza resa nota nella tarda notte di ieri contiene molte novità e finalmente il ddl inizia a prendere forma, rispettando in buona parte quanto promesso dai 5 Stelle, fatta eccezione per alcuni articoli che probabilmente verranno contestati dal mondo militare propenso alla sindacalizzazione. Non volendo essere surreali, ci preme sottolineare che in questi giorni negli ambienti militari circola l’ insano pensiero di una alleanza sottaciuta tra il partito della Lega ed il partito Democratico circa la redazione delle proposte “limitative” al disegno di legge. Probabilmente sono notizie tendenziose e false……

Un articolo in particolare ha attirato la nostra attenzione, ovvero l’art. 23 del ddl che recita:

(Rapporti con gli organi di stampa)
1. Ai dirigenti dei sindacati militari nazionali di cui alla presente legge è data facoltà di avere rapporti con gli organi di stampa e di rilasciare dichiarazioni esclusivamente in merito alle materie di competenza del sindacato e oggetto di contrattazione collettiva.
2. L’articolo 751 lettera a) n. 46 del decreto del Presidente della Repubblica n. 90 del 2010 è sostituito dal seguente: «invio o rilascio alla stampa o a organi di informazione, di comunicazioni o dichiarazioni a nome di un organo di rappresentanza militare. È fatta eccezione per i dirigenti dei sindacati militari nazionali».

Una sorta di legge bavaglio studiata ad hoc per il militare sindacalista, in quanto permetterebbe di avere rapporti “limitati” con gli organi di stampa, ai soli dirigenti nazionali, imponendo il silenzio a tutti gli altri sindacalisti.



Inoltre, l’art.5 comma 2.  risulta quantomeno paradossale .

(Mantenimento dei requisiti)
2. È istituita presso il Ministero della difesa un’unità organizzativa preposta al monitoraggio del mantenimento dei requisiti previsti dalla presente legge da parte dei sindacati militari.

A nostro modesto parere, l’unità organizzativa preposta al monitoraggio del mantenimento dei requisiti , dovrebbe avere poteri limitati, come ad esempio la sola segnalazione ad una autorità “terza” circa le eventuali violazioni del mantenimento dei requisiti , altrimenti potremmo assistere a  provvedimenti coercitivi che si risolverebbero in un arco temporale biblico a danno delle associazioni e degli iscritti.

Molti altri articoli andrebbero esaminati e valutati attentamente, come ad esempio il comma 4 dell’art. 10:

Nel caso di sindacati militari a carattere interforze, al fine di determinare il livello di rappresentatività in ciascuna Forza armata o Forza di polizia a ordinamento militare di riferimento, si considera esclusivamente il dato degli iscritti appartenenti alla stessa.

Di seguito vi proponiamo il bollettino emesso ieri , contenente la bozza “integrale” del disegno di legge sulla sindacalizzazione, comprese le proposte avanzate dai vari componenti. Il presente articolo si compone di 4 pagine

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