ASSEGNO UNICO: IL CETO MEDIO SARA’ FORTEMENTE PENALIZZATO

Nel mio precedente articolo del 24 ottobre 2020 “ASSEGNO UNICO PER I FIGLI, NON SARA’ L’ENNESIMO TOPOLINO PARTORITO DA UN ELEFANTE”, manifestavo le mie perplessità sull’assegno unico, oggi, invece, ho il sospetto che sia anche peggio di come pensavo.

Ma in cosa consiste esattamente l’assegno unico universale voluto fortemente dal precedente governo Conte?

L’assegno unico scaturisce dalla volontà di dare uno strumento semplice e diretto per sostenere le famiglie e, inoltre, per incentivare le nascite. La misura è un sostegno alla famiglia per ogni residente di età compresa tra due mesi prima del parto e il compimento del 21 esimo anno di età ed è in questo senso universale.

È unico, invece, nel senso che va a incorporare e sostituire tutte le misure parziali, come:

1) dell’assegno per il nucleo familiare (ANF) e gli assegni familiari;

2) delle detrazioni fiscali riconosciute per i figli minori a carico; –

3) del bonus bebè;

4) dell’assegno per il nucleo familiare dei Comuni; 

5) il premio alla nascita; 

6) fondo di sostegno alla natalità;

La misura prevede:

 la corresponsione dell’assegno dal 7° mese di gravidanza fino al 21 esimo anno di età. In caso di figlia o figlio successivo al secondo, l’importo dell’assegno universale è maggiorato del 20 per cento.

 per i figli con disabilità o patologie accertate, l’importo potrebbe subire una maggiorazione compresa tra il 30 e il 50 per cento e sarà erogato per sempre, cioè esteso per tutto l’arco temporale della vita del figlio.

 L’importo sarà calcolato partendo dalla “base minima”, a cui andrà aggiunta una quota ulteriore e variabile, determinata sulla base degli scaglioni dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE).

Non vengono, invece, modificate le detrazioni fiscali per il coniuge a carico e per gli altri familiari a carico diversi dai figli minorenni e maggiorenni: attualmente la detrazione è pari a 800 euro per il coniuge e 750 euro per gli altri familiari, da graduare in base al reddito.

L’assegno unico per i lavoratori dipendenti entrerà in vigore dal 1 gennaio 2022 e non è detto che tutti ne trarranno giovamento. Per esempio, una famiglia media composta da due genitore ed un figlio minore verrebbe a percepire meno se oggi, oltre agli assegni familiari e detrazione fiscali, fruisse anche solo del bonus bebè, come la seguente tabella dimostra:

Inoltre, va evidenziato che attualmente viene preso come parametro di riferimento il reddito familiare, mentre il passaggio all’Isee potrebbe sparigliare le carte. Infatti, l’Isee tiene conto del patrimonio immobiliare e mobiliare di ogni componente del nucleo.

Pertanto, presumo che il c.d. ceto medio, di massima anche possessore di una prima casa e di qualche piccolo risparmio, sarà quello più penalizzato dall’introduzione dell’assegno unico. Anche l’Istat ed alcune associazioni hanno evidenziato che il 30/35% delle famiglie risulteranno penalizzate e temo sarà costituito proprio dai lavoratori della classe media.

Da un mio studio e varie simulazioni sono emersi i seguenti casi che, se non venisse inserita la clausola di salvaguardia che fa sì che nessuno ci perda rispetto al sistema precedentemente vigente, sarebbero penalizzati:

Articolo a cura del 1° Lgt. in pensione PISTILLO Antonio

Condivisione
Metti un like alla nostra pagina facebook, Clicca QUI. Ci trovi anche su Telegram, Clicca QUI. (Se non hai Telegram, Clicca QUI)

Lascia un commento