https://drive.google.com/file/d/1KSDPy6HpMiFt11k6vFX-_ZpInQ-G2w9l/view?usp=drivesdk

ASSEGNO UNICO PER I FIGLI, NON SARA’ L’ENNESIMO TOPOLINO PARTORITO DA UN ELEFANTE

24 ottobre 2020 – 1° Lgt. in pensione PISTILLO Antonio

L’assegno unico universale è una novità introdotta con un disegno di legge. Il nuovo emolumento mira a portare un sostegno economico alle famiglie con figli a carico. Da quanto riporta il sole 24 ore, le risorse potrebbero arrivare dal Recovery Fund .

Ma in cosa consiste esattamente l’assegno unico universale?

L’assegno unico è considerato un strumento innovativo, semplice e diretto per sostenere le famiglie e, inoltre, per incentivare le nascite. La misura è un sostegno alla famiglia per ogni residente di età compresa tra due mesi prima del parto e il compimento del 21esimo anno di età. In questo senso è universale.

È unico, invece, nel senso che va a incorporare e sostituire tutte le misure parziali, come quelle:

1) dell’assegno per il nucleo familiare (ANF) e gli assegni familiari; 

2) delle detrazioni fiscali riconosciute per i figli minori a carico; 

3) del bonus bebè; 

4) dell’assegno per il nucleo familiare dei Comuni; 

5) il premio alla nascita; 

6) fondo di sostegno alla natalità;

La misura prevede:

 La corresponsione dell’assegno dal 7° mese di gravidanza fino al 21* anno di età. In caso di figlia o figlio successivo al secondo, l’importo dell’assegno universale è maggiorato del 20 per cento.

 Per i figli con disabilità o patologie accertate, l’importo potrebbe subire una maggiorazione compresa tra il 30 e il 50 per cento e sarà erogato per sempre, cioè esteso per tutto l’arco temporale della vita del figlio.

 Da quanto sostiene il sole 24 ore, l’erogazione avverrebbe tramite la corresponsione di un importo mensile alle famiglie con figlie e figli a carico, partendo (probabilmente) da un minimo di 50 euro ad un massimo di 250 euro, .

L’importo sarà calcolato partendo dalla “base minima”, a cui andrà aggiunta una quota ulteriore e variabile, determinata sulla base degli scaglioni dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE).

L’assegno unico è cumulabile con il RdC e non concorre per la richiesta e per il calcolo delle prestazioni sociali agevolate, dei trattamenti assistenziali e di altri benefici e prestazioni sociali previsti da altre norme in favore dei figli con disabilità (viceversa non sono considerate ai fini dell’accesso e per il calcolo dell’assegno, le borse lavoro volte all’inclusione o all’avvicinamento in attività lavorative di persone con disabilità).

Non vengono, invece, modificate le detrazioni fiscali per il coniuge a carico e per gli altri familiari a carico diversi dai figli minorenni e maggiorenni: attualmente la detrazione è pari a 800 euro per il coniuge e 750 euro per gli altri familiari, da graduare in base al reddito.

Secondo il sole 24 ore, l’assegno sarà composto da una quota universale, intorno ai 50-100 euro per ciascun figlio, a cui si sommerà una quota variabile in base alla situazione economica del nucleo, fino ad azzerarsi intorno a 50-60mila euro di Isee, per un importo tra 50 e 250 euro per figlio.

Va detto, però, che attualmente viene preso come parametro di riferimento il reddito familiare, mentre il passaggio all’Isee potrebbe sparigliare le carte. l’Isee infatti tiene conto dell’abitazione, del patrimonio immobiliare di ogni componente del nucleo.

Se fosse confermata l’ipotesi di un assegno unico per un massimo di 250,00 ci troveremmo di fronte all’ennesimo spot del governo che tende ad enfatizzare i propri provvedimenti che poi si dimostrano impercettibili. Giova rammentare l’enfasi del cuneo fiscale che nei fatti si è tradotto in soli 20 euro in più al mese per circa il 75% dei lavoratori che hanno constatato, con la retribuzione di luglio, l’ avvenuta beffa.

In termini pratici, una famiglia media composta da due genitori ed un figlio minore, il cui assegno attuale corrisponde a  250 euro per figlio, percepirebbe meno se , oltre agli assegni familiari e detrazione fiscali, fruisse anche solo del bonus bebè ( vedi tabella di seguito).

Questa famiglia invece, per aver un beneficio concreto, dovrebbe percepire almeno 350/400 euro in più al mese, anche in considerazione di un bassissimo reddito annuo di 15.000,00 euro che corrisponde a circa 1.200,00 euro nette mensili.


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