Sono state accolte le istanze dell’Associazione Nazionale Amianto che si batte da anni per dimostrare il nesso tra la presenza dell’amianto e centinaia di casi di “mesotelioma” tra coloro che hanno prestato servizio nella Marina Militare.
Il Procuratore generale di Venezia ha rigettato la richiesta di archiviazione presentata dalla Procura di Padova. Il procedimento aveva preso il via nel 2013, in seguito alle numerose denunce presentate dai familiari delle vittime, o dagli stessi militari ammalati di patologie correlate all’amianto, ma ancora in vita.
Alla base della richiesta dell’archiviazione della Procura Militare di Padova, gli alti ufficiali della Marina Militare italiana che risultano essere indagati, “non avrebbero potuto evitare l’evento”, quindi vi sarebbe una carenza dell’elemento di colpa.
Di parere completamente opposto l’associazione dei familiari delle vittime, che denunciano 1101 casi di personale ammalatosi a causa dell’amianto. Un numero così alto di vittime dimostrerebbe inequivocabilmente il nesso tra l’amianto sulle navi e le patologie riscontrate sul personale, dovuto anche alla violazione delle regole cautelari.
Il processo ora è diviso in tre tronconi. Nel primo, la sentenza di assoluzione del 2018, è stata annullata per ben due volte in Cassazione . Nel secondo , il processo si è concluso con l’assoluzione in primo grado. Nel terzo, ovvero quello dello scorso 8 settembre 2020, il rigetto di “archiviazione” disposto dal Procuratore Generale di Venezia.
Fonte TGR Veneto
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