Nell’ aeroporto militare del 72° Stormo i rilievi del CETLI hanno verificato la presenza del pericoloso bacillo della legionella in alcuni punti del dotto idrico.
Nei giorni scorsi il CETLI di Civitavecchia ha effettuato un’ indagine ambientale presso il sedime aeroportuale del 72° Stormo di Frosinone. Dai prelievi effettuati , in alcuni punti dell’impianto idrico è stata riscontrata la presenza del bacillo della legionella che provoca una malattia che viene trasmessa per via aerea, la legionellosi . Il bacillo colpisce prevalentemente il sistema respiratorio con forme anche acute di polmonite. Quando il batterio Legionella pneumophila attacca l’organismo , ha un periodo di incubazione variabile da 2 a 10 giorni (in media 5-6 giorni), poi si manifesta in due malattie distinte, la Malattia dei Legionari e la Febbre di Pontiac.
La prima patologia è quella più grave e si manifesta con una polmonite . La seconda forma è più leggera. E’ altresì possibile contrarre il bacillo senza sviluppare alcuna malattia. Questa terza ipotesi può essere verificata con apposite analisi.
Da quanto si apprende da NotizieTiscali , il CETLI (Centro Tecnico Logistico Interforze) con la relazione tecnica numero 2019/06 diffusa lo scorso 5 marzo, ha avvisato il personale dell’ aeroporto militare sul rischio dell’uso dell’acqua dell’impianto idrico interno allo Stormo:
S.I.A.M. Sindacato Aeronautica Militare
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“A seguito di indagine ambientale svolta dal CETLI di Civitavecchia presso il 72° Stormo , si legge nella relazione, è stata riscontrata, in alcuni tratti dell’impianto idrico aeroportuale, la presenza di colonie di microrganismi noti come ‘legionella pneumophila’, con valori di concentrazione importanti”. “Per quanto sopra, al fine di gestire o mitigare eventuali criticità – continua il comunicato – in attesa di poter attuare soluzioni tecniche, per le quali ricorrerà alla competenza di ditta specializzata, si dispone, con effetto immediato: la chiusura o il divieto di utilizzo di tutte le utenze idriche elencate in una tabella ad hoc”.
Al personale viene inoltre consigliato di tenere aperti quotidianamente i rubinetti per almeno 5 minuti alla massima temperatura, registrando poi l’operazione in un apposito modulo (allegato “C”).