Questa è la storia di un giovane militare di Villafranca, tutt’ora in servizio per l’esercito, costretto a combattere contro il cancro e contro il ministero della Difesa per ottenere l’indennizzo economico che gli dovrebbe spettare di diritto.
Come spiega il Corriere, sedici anni fa è stato in missione di pace in Albania «dove – si legge nel ricorso – entrava in contatto con materiali tossici e nocivi e con ogni tipo di munizionamento, trovandosi spesso in siti devastati da bombardamenti, a bordo di mezzi sprovvisti di sistemi di filtraggio dell’aria,senza alcun mezzo di protezione individuale (quali tute, mascherine, guanti), in ambienti altamente inquinati da esalazioni e residui tossici derivanti dalla combustione ed ossidazione dei metalli pesanti causate dalle esplosioni delle munizioni utilizzate, tra le quali anche quelle con utilizzo di uranio impoverito».