(AGI) – Roma, 27 mag. – “E’ opinione della Commissione che il riferimento alle particolari esigenze connesse al servizio espletato o alle peculiarita’ organizzative non possa essere invocato in alcun modo per giustificare una riduzione dei livelli di tutela previsti dalla ordinamento per la generalita’?dei lavoratori, ne’ per ridimensionare la responsabilita’ del datore di lavoro in materia prevenzionistica, o per creare un qualsiasi tipo di ‘zona franca’ dalla quale si possa desumere la attenuarsi della portata prescrittiva della disciplina generale. Si tratta, invece, di delineare un quadro normativo in materia di prevenzione e sicurezza del lavoratore militare che sia conseguente rispetto alla disciplina previdenziale che gia’? oggi riconosce provvidenze specifiche a fronte di rischi legati a fattori patogeni riconducibili a particolari condizioni ambientali e operative”. E’ uno dei passaggi centrali della Relazione Scanu approvata ieri in Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito, con un solo voto contrario. “A tal fine – si legge ancora – la Commissione avanza due proposte, anche in forma di articolato normativo, di cui si dara’ conto nel dettaglio nel seguito della presente relazione. Esse si propongono: a) di effettuare una revisione della normativa vigente in materia di sicurezza e prevenzione del lavoro, con riferimento in particolare ai compiti e all’autonomia del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, ai criteri di individuazione del datore di lavoro, alla valutazione dei rischi e alla formazione dei lavoratori, alla sorveglianza sanitaria e alla profilassi vaccinale, ai compiti del medico competente, alla tutela ambientale, all’ esercizio delle funzioni ispettive, con riferimento alle Forze Armate, compresa l’Arma dei Carabinieri; b) di superare la separatezza ormai anacronistica che caratterizza oggi la disciplina assicurativa per i rischi e le malattie professionali, portando il personale militare nell’ambito della gestione INAIL, con le modalita’ previste per le altre amministrazioni statali”. (AGI)
Uranio: relazione Scanu, piu’ tutele e basta ‘zone franche’
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