ROMA – “Il nodo sono i mandati, troppo ampi e vaghi a causa delle divergenze dei ‘Big five’, i membri permanenti del Consiglio di sicurezza”: David Ucko, esperto di peacekeeping presso la National Defence University di Washington, parla con la Dire dopo il vertice Onu di Londra.
L’assunto di base è che, come previsto, ministri della Difesa e delegati degli 80 Paesi presenti all’incontro organizzato dalle Nazioni Unite hanno ribadito impegni, fatto promesse ed evidenziato la necessità di “una pianificazione migliore”. Secondo Ucko, però, è mancata la politica.
“La questione dei mandati è rimasta fuori dal vertice nonostante il momento sia straordinariamente delicato” sottolinea l’esperto: “Le missioni di pace dell’Onu stanno attraversando una crisi di legittimità, conseguenza dei contrasti politici in seno al Consiglio di sicurezza“. La tesi è che in molti Paesi, dal Sud Sudan al Congo al Mali, i caschi blu rischiano di fallire anche a causa dell’indeterminatezza dei loro obiettivi.
“Spesso – dice Ucko – i mandati delle missioni sono vaghi e non indicano nel concreto come applicare il principio della ‘protezione dei civili’”.