“Mi pare che il caldo di questi giorni abbia provocato un colpo di sole collettivo alla maggior parte dei media italiani“. L’ex capo di stato maggiore dell’Aeronautica Militare, il generale Leonardo Tricarico, non ha dubbi: la relazione con cui la sezione di controllo per gli affari comunitari e internazionali della Corte dei Conti si è pronunciata sulla nostra partecipazione al programma Joint Strike Fighter per la realizzazione di 90 F-35 non è negativa come, invece, l’hanno descritta i principali quotidiani italiani (qui l’approfondimento di Formiche.net). Anzi – ha sottolineato ancora Tricarico, che oggi ricopre il ruolo il presidente della Fondazione Icsa (think tank attivo sui temi della sicurezza, della difesa e dell’intelligence) – nella pronuncia dei giudici contabili sono ravvisabili numerosi elementi positivi sul progetto cui anche il nostro Paese ha aderito.
Generale, la Corte dei Conti ha però denunciato un incremento dei costi. Qual è la situazione?
C’è stato un aumento che riguarda la fase di sviluppo. I costi in più, però, sono totalmente a carico degli Stati Uniti. Quindi il nostro Paese non sarà in alcun modo toccato da questo incremento: d’altronde era già stato previsto in fase di impostazione del progetto che sarebbe spettato agli Usa. Ma c’è un altro elemento da sottolineare: che i costi nel corso del tempo sono destinati a diminuire.
In che senso?
Il numero di velivoli di prevista produzione – poco più di tremila – consente di mettere a punto strada facendo un know how che consente di ridurre i costi. Se oggi per fare un’ala ci vogliono tot ore di lavoro, domani ne occorreranno di meno. Questo meccanismo, ovviamente, inciderà in modo positivo sulle spese.>Continua a leggere in fondo alla pagina
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