Lo scorso luglio 2024 è stata lanciata la petizione per tentare di eliminare definitivamente il differimento del TFS dei dipendenti pubblici.
La petizione ha già superato le 39mila firme delle 50mila necessarie.
Il differimento del Tfs dei dipendenti pubblici – si legge nella petizione – è stato censurato dalla Corte Costituzionale – sentenza n.130/23- in quanto contrasta con il principio della giusta retribuzione, contenuto nell’art. 36 della costituzione. Sollecitiamo il legislatore ad intervenire con urgenza per impedire il meccanismo del pagamento differito.
Da più di 10 anni la liquidazione di TFR TFS dei dipendenti pubblici nonostante i ripetuti richiami della Corte Costituzionale è ingiustamente erogata con modalità differita e rateale con un ritardo che può arrivare anche fino a sette anni.
In tal modo – continua il testo – i dipendenti pubblici sono discriminati rispetto ai dipendenti privati. Più volte la Corte Costituzionale ha sollecitato il legislatore a porre rimedio a questa ingiustizia sociale.
Particolarmente intollerabile il sequestro della liquidazione per quanti hanno raggiunto la pensione di vecchiaia o il limite ordinamentale per la permanenza al lavoro, specialmente in un periodo di alta inflazione che erode in maniera importante la sua consistenza, aggiungendo danno al danno. Numerosi disegni di legge presentati in questi anni da tutte le forze politiche non hanno avuto esito.
È giunto il momento di porre fine a questo sequestro per i dipendenti pubblici per restituire il maltolto, per un minimo di civiltà giuridica ed equità.
Pertanto le sigle sindacali delle Confederazioni CGIL, UIL, CGS, CSE, COSMED, CIDA, CODIRP – conclude il comunicato – ritengono che sia necessaria una decisa mobilitazione.
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