LONDRA – C’è l’imbarazzante fiasco di un apparato militare strategico e c’è il sospetto grave di un deliberato inganno ai danni del Parlamento dietro l’insabbiamento del fallito test d’un missile lanciato a giugno da un sottomarino della classe Trident, unico deterrente nucleare britannico, rivelato oggi dal Sunday Times.
Un caso clamoroso, che rischia di mettere sulla graticola la premier, Theresa May, nel pieno delle mosse decisive per l’avvio del negoziato sulla Brexit, e il suo ministro della Difesa, Michael Fallon, già invitati perentoriamente da esponenti di opposizione a dare spiegazioni alle Camere di Westminster.
L’episodio, denuncia il domenicale del Times senza che alcuno lo smentisca, risale a giugno. Poche settimane prima del cruciale voto con cui la Camera dei Comuni – senza saperne nulla – avrebbe poi autorizzato a larga maggioranza il mantenimento e il costoso piano pluriennale d’ammodernamento dello stesso programma Trident. Il missile di prova, ovviamente a carica depotenziata e non nucleare, fu lanciato al largo della Florida, ma invece di dirigersi in mare aperto risulta aver deviato nel senso opposto, verso le coste Usa, prima d’inabissarsi. Nessuna conseguenza concreta, salvo la figuraccia. Ma resta il peso della coltre di apparente omertà fatta calare sull’accaduto.
La vicenda si colloca all’epoca del passaggio di consegne, seguito al referendum sul divorzio dall’Ue, fra i governi Tory di David Cameron e di Theresa May. Ma coinvolge soprattutto quest’ultima: non tanto perche’ ministro anche nella vecchia compagine, quanto perchè da neopremier fu lei a luglio a sostenere la causa dei Trident nel dibattito parlamentare.
Nell’occasione lady Theresa bollò alla stregua di “un atto di grossolana irresponsabilità” il ‘no’ al rinnovo del deterrente nucleare pronunciato dal leader laburista, Jeremy Corbyn, come dagli indipendentisti scozzesi dell’Snp, in nome sia di una visione pacifista favorevole a gesti di disarmo unilaterali, sia di un dubbio di fondo sull’utilità d’un deterrente nazionale per un Paese alleato degli Usa, sia dei costi – stratosferici e mai precisati nel dettaglio – dell’ammodernamento. Alla fine ottenne il via libera non solo del gruppo conservatore, ma anche dei Libdem e di oltre mezzo Labour, in dissenso da Corbyn. Una vittoria politica netta su cui tuttavia oggi si proiettano non poche ombre. Intervistata dalla Bbc, May ha balbettato stamani sull’argomento, rifiutandosi di dire cosa sapesse del test fallito e limitandosi a proclamare – all’unisono con il ministero della Difesa – “assoluta fiducia” nel sistema Trident.
Un atto di fede che non basta a Corbyn, pacifista storico, il quale dagli schermi di Sky News si prende la sua momentanea rivincita e invoca “un dibattito serio” su quello che definisce “un errore catastrofico”. Ne’ basta alla ministra ombra della Difesa, Nia Griffith, secondo cui Fallon e la stessa May devono al Parlamento “una spiegazione piena”. Ma soprattutto non basta a Nicola Sturgeon, leader dell’Snp e premier di quella Scozia laddove i sommergibili atomici di Sua Maestà hanno la loro base, la quale intima sia “fatta luce su quanto non è stato detto ai Comuni”. Tacere su quel missile impazzito – fa eco lord West, veterano della Royal Navy e pari laburista alla Camera Alta – “e’ stato bizzarro e stupido”.