ROMA (RM) – Un forte plauso, quello che arriva dal S.U.M. – Sindacato Unico dei Militari – per le parole del Capo di Stato Maggiore della Marina Militare che, con un proprio documento, ha evidenziato che “l’efficienza della Forza Armata è strettamente collegata al benessere psico-fisico del personale: chi sta bene, lavora bene”, evidenziando come “il supporto al personale continuerà a costituire la massima priorità per la Marina Militare”.
In tale documento, nell’evidenziare come molte delle carenze croniche della Marina Militare siano state colmate, nel tempo, solo grazie alla dedizione e allo spirito di sacrificio del proprio personale, per la prima volta si sottolinea come tale paradigma è ormai insostenibile: le odierne condizioni di vita dei marinai sono, ormai, non più sostenibili per il proprio personale e, nonostante la linea d’azione straordinaria intrapresa già nel 2022, poi rafforzata lo scorso anno, urgono interventi strutturali.
Alloggi di servizio, compensi economici per il lavoro straordinario prestato, valorizzazione dell’anzianità di servizio, riqualifica di numerose strutture assistenziali, supporto sanitario e connessione internet delle navi, il tutto nel segno di un ampio spirito proattivo e di una esecuzione decentrata, con approcci innovativi e sperimentando nuove sinergie.
Tale approccio – e tale documento – dicono dal S.U.M. – Sindacato Unico dei Militari – pur costituendo un ulteriore passo avanti, proprio sulla scia di quanto auspicato già in molteplici occasioni, pone l’accento sull’atavica carenza di risorse, sia umane che economiche, che, di fatto, impedisce una piena attuazione di politiche – come questa – che tendono all’incremento del benessere del personale, con particolare riferimento alle categorie più numerose.
Solo con nuove risorse e un progetto unico, strutturale e coordinato in ambito Difesa, infatti, sarà possibile non limitarsi a soluzioni-tampone bensì a interventi mirati, progettuali e risolutivi di una problematica che, pur essendo ben nota, al pari di quella dell’invecchiamento del personale e della provenienza geografica di gran parte di esso, che ad oggi non hanno trovato valida risposta.
Se, infatti, è opportuno plaudire a iniziative di tal genere, che quantomeno legittimano l’operato anche delle APCSM in tal settore, sarebbe altresì auspicabile l’apertura di un “tavolo rotondo” in cui, quelle rappresentative e non, possano portare il proprio contributo alla causa, sempre in chiave interforze.
“Per la prima volta, il benessere del personale viene messo al centro e viene sottolineato come questo sia un valore aggiunto per la sua efficienza e, quindi, per l’efficienza dello strumento militare”, afferma Antonello Arabia, Presidente Nazionale del S.U.M. – Sindacato Unico dei Militari, aggiungendo che “ci aspettiamo, ora, che si passi dalle parole ai fatti: chiediamo infatti al Ministro della Difesa che, oltre a prendere atto di queste vere e proprie criticità in ambito Difesa, si possa addivenire, in breve, a un confronto, dando la nostra più ampia apertura a un confronto costruttivo, alla presenza di tutte le sigle sindacali della Difesa, non tralasciando quelle non rappresentative, teso a condividere una linea d’azione univoca e che rimetta, al centro, le donne e gli uomini con le stellette.
Di tutto ciò e di molto altro ancora, ne abbiamo parlato, lanciando lo stesso appello, proprio in sede di Secondo Congresso Nazionale, a Roma, lo scorso 24 settembre 2025, alla presenza di ospiti illustrissimi”.
Di tutt’altro respiro, invece, le recenti affermazioni del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito: «Se si va in guerra non combatte l’Esercito, combatte l’Italia» che, descrivendo i tre possibili scenari che caratterizzano i conflitti moderni, ha aggiunto che la situazione geopolitica attuale «È una minaccia che entra nelle case e condiziona la percezione dei cittadini». Egli ha citato poi un dato allarmante: solamente un italiano su cinque sarebbe disposto oggi a combattere per difendere il proprio Paese.
S.U.M.
SINDACATO UNICO DEI MILITARI