Il Sindacato Italiano Autonomo Militare Organizzato Esercito (S.I.A.M.O. Esercito) è venuto a conoscenza dai propri iscritti di una disomogenea applicazione delle disposizioni emanate per il contenimento e il contrasto del COVID-19.
Al riguardo questo sodalizio ha scritto al Sig. Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Gen. C.A. Salvatore FARINA, manifestando la propria preoccupazione e quella rappresentata da molti iscritti per la mancata applicazione dei predetti istituti anche con situazioni a rischio quali la presenza di familiari appartenenti a categorie “fragili” (per esempio i beneficiari delle tutele previste dall’art. 3, comma 3, della Legge 104/1992) per i quali bisognerebbe porre maggiore attenzione anche in virtù di quanto sancito dalla circolare emanata dalla competente Direzione Generale della Difesa datata 28 agosto 2020.
Sembrerebbe che proprio su questa tematica, relativa alla summenzionata circolare emanata da PERSOMIL ci siano dubbi interpretativi e lacunose applicazioni.
Al fine di uniformare l’attuazione delle sopracitate disposizioni e di garantire, così come più volte ribadito dallo Stato Maggiore dell’Esercito, la piena funzionalità del personale, dello strumento militare e preservare familiari conviventi con disabilità, ed evidenziando che la mancata applicazione delle auspicate percentuali del 50% delle presenze costituisce responsabilità specifica dei datori di lavoro, il S.I.A.M.O. ESERCITO ha chiesto di diramare un ulteriore chiarimento a tutti gli Enti dipendenti al fine di dirimere ogni dubbio interpretativo e sollecitare l’uniforme applicazione di quanto previsto dalle leggi e dalle circolari in vigore.
Roma, 10 febbraio 2021
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