CONTRATTO FORZE ARMATE, “NO” A PROPOSTE INDADEGUATE E FERMA LA VOLONTÀ DI ABOLIRE IL CFG

Garantire equità e dignità al personale militare Roma, 21 novembre 2024. Si è tenuto oggi il nono incontro presso la Funzione Pubblica dedicato alla contrattazione per il rinnovo del contratto delle Forze Armate.

Un appuntamento che avrebbe dovuto rappresentare un passo avanti per migliorare le condizioni del personale, ma che invece si è trasformato in una fonte di disappunto per questa O.S. e per i molti Sindacati dei militari presenti. Il SIAMO Esercito, rappresentato dal Presidente nazionale Stefano FILIPPI e dal Presidente Amministrativo Nazionale Vittorio COPPOLA, ha espresso l’irricevibilità verso le proposte avanzate, con eccessivo breve preavviso, ritenendole insufficienti sia sotto il profilo economico che normativo.

Il Presidente nazionale, nel suo intervento, ha sottolineato come il passaggio dalla concertazione alla contrattazione avrebbe dovuto significare un cambio di metodo. Tuttavia, la gestione dell’amministrazione ha lasciato quasi inalterate le dinamiche del passato, con decisioni prese, fino ad oggi, in autonomia e senza una corretta contrattazione, ma sopratutto senza il necessario e adeguato confronto fra le parti, prima di ritrovarsi in aula. Aumenti insufficienti e criticità normative

La proposta avanzata prevedrebbe un aumento di quasi 100 euro netti al mese per un graduato. Questo incremento, anche qualora reale, e non ne siamo convinti, non compensa minimamente la perdita del potere d’acquisto subita negli ultimi tre anni e non premia certamente la decantata specificità. Inoltre, gli interventi previsti sulla parte normativa non sono sufficienti e non rispecchiano se non in minima parte le richieste e le esigenze del personale militare che rappresentiamo, alcune delle quali colte al benessere del personale, e senza aggravio di costi sul bilancio pubblico.

Tra le proposte del SIAMO Esercito al momento non riconosciute vi sono ad esempio, il riconoscimento della giornata di festività e del pagamento del c.d. “superfestivo”, nel giorno smontante dal servizio, quando questo ricade in giornata festiva/non lavorativa e l’innalzamento dell’età per l’esenzione dai servizi notturni per le famiglie monoparentali da 12 a 14 anni, in linea con le normative di diritto penale esistenti. Questa misura, di facile attuazione, potrebbe dare un segnale importante di attenzione verso i militari con responsabilità familiari.

Particolarmente critico il tema del compenso forfettario di guardia, considerabile come una vera e propria forma di “caporalato”. Attualmente, infatti, il CFG prevede una retribuzione di circa 3,40 euro netti all’ora per il servizio armato, cifra che con l’aumento previsto supererebbe di poco i 4 euro. Il SIAMO Esercito chiede l’eliminazione immediata di questo compenso, sostituendolo con il pagamento delle ore di servizio armato e riconoscendo al personale il compenso per lavoro straordinario (con prelazione sullo straordinario svolto dopo il normale orario di servizio per attività d’ufficio), garantendo così una retribuzione più equa e dignitosa.

Piccoli passi avanti, ma non abbastanza Nonostante le numerose criticità, alcune proposte avanzate dal SIAMO Esercito sono state già accolte, come l’aumento del 5% dell’indennità operativa per gli equipaggi fissi di volo, l’introduzione di una nuova indennità per gli artificieri di reparto e quella di una nuova indennità per il supporto tattico alle operazioni speciali. Attualmente, inoltre, l’accordo prevedrebbe anche l’istituzione di una specifica indennità per i macchinisti del Reggimento Genio Ferrovieri e per il personale PsyOps di Pesaro.

Tuttavia, il SIAMO Esercito sottolinea come tali interventi siano insufficienti e incapaci di rispondere alle esigenze complessive del personale. Considerando il quadro generale e l’andamento delle trattative, in qualità di Sindacato tra i più rappresentativi della Difesa e parte attiva al tavolo contrattuale per il personale dell’Esercito Italiano, il SIAMO Esercito ritiene inaccettabile sottoscrivere un contratto che al momento disattende le aspettative dei militari.

Invitiamo anche le altre Organizzazioni Sindacali a unirsi al nostro appello, affinché la dignità e i diritti dei militari rappresentati non vengano sacrificati. Ribadiamo la nostra determinazione a non accettare compromessi al ribasso. L’obiettivo resta quello di ottenere un contratto che riconosca il giusto valore al personale, sia in termini economici che normativi, garantendo condizioni di lavoro dignitose e al passo con le necessità attuali.

IL DIRETTIVO NAZIONALE S.I.A.M.O. Esercito

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