Per Forze dell’Ordine e Forze Armate l’età pensionabile non cambia. Le norme rimangono quasi uguali, mentre la Circolare INPS che dispone l’adeguamento all’aspettativa di vita non è interessata da alcun correttivo e non sembra essere oggetto di discussione dell’ attuale governo
Nulla da fare per Militari e Poliziotti. Il DL 4/2019 racchiude davvero pochi vantaggi per i Comparti Sicurezza e Difesa. NO all’estensione della quota 100 ,NO alla ridiscussione dell’adeguamento all’aspettativa vita dei requisiti pensionistici e negato anche l’anticipo del TFS.
Preclusi espressamente dal DL 4/2019, militari e poliziotti non potranno accedere al blocco degli adeguamenti alla speranza di vita dei requisiti per la pensione anticipata.
Fornero “camuffata” applicata solo al Comparto Sicurezza e Difesa
Malgrado la legge Fornero non abbia mai interessato il Comparto Sicurezza e Difesa, per militari e poliziotti esiste la rinomata “finestra mobile” , ovvero un periodo di dodici mesi nei quali è possibile andare in pensione, ma senza percepire l’assegno pensionistico per tutto il periodo.
Una successiva Circolare INPS estese di altri 3 mesi la “finestra mobile” portando a 15 i mesi di “tugurio”. Ora con l’applicazione della quota 100, il Comparto Sicurezza e Difesa sperava in un adeguamento al pari degli altri lavoratori, tramite misure che favorissero l’accesso alla quiescenza, invece l ‘ultimo adeguamento dell’aspettativa di vita entrato in vigore già dal 1° gennaio 2019 potrebbe addirittura aumentare di ulteriori due mesi nel 2021.
Oggi militari e poliziotti per poter essere posti in quiescenza nella posizione di riserva, devono necessariamente aver maturato almeno 40 anni di contributi ( 35+5) e devono rimanere sul posto di lavoro per ulteriori 15 mesi a causa della ” finestra mobile” .
Quindi , nel caso di accesso alla pensione con il requisito dei 40 anni di contribuzione indipendentemente dall’età anagrafica (adeguato, come detto, agli incrementi della speranza di vita a partire dal 1 gennaio 2013 e successivi adeguamenti comprese le penalizzazioni apportate con la circolare n. 62 del 4 aprile 2018, per accedere alla riserva , a prescindere dall’ età anagrafica, quest’anno bisognerà aver maturato almeno 42 anni e tre mesi contributivi . Inoltre dal 1 aprile, 2019 , il sistema pensionistico transiterà nella nuova procedura SIN2 e la domanda di quiescenza potrà essere presentata soltanto per via telematica e almeno 6 mesi prima della cessazione dal servizio.
La beffa del TFS
L’articolo 23 del DL 4/2019 prevede per i dipendenti pubblici, la possibilità di chiedere un prestito sull’importo del TFS maturato fino a 30 mila euro . Istituto applicabile solo nei confronti di quei soggetti che hanno maturato i requisiti di accesso alla pensione, secondo la Legge Fornero. Ne consegue che il comparto difesa e sicurezza ,non essendo interessato dalla famigerata legge Fornero, non potrà chiedere l’anticipo del TFS.
Il TFS dilazionato e la beffa delle banche
Inoltre, per chi non ne fosse a conoscenza, alcune banche concedono l’intero TFS nel momento esatto in cui un militare o un poliziotto viene posto in quiescenza. Anche in questo caso , non c’è una soluzione equa che permetta di accedere ad una forma di finanziamento univoca. I carabinieri ad esempio, possono avere il TFS dalla Banca Popolare di Milano il giorno dopo la pensione, pagando solo l’1% degli interessi. Le Forze Armate e le Forze di Polizia, invece, dovranno accontentarsi dell’ offerta BNL con interessi attorno al 4% , .