Ai sensi dell’art. 6, comma 2, d.lgs. n. 165/2001 (T.U.P.I.) – come da ultimo modificato dal d.lgs. 25 maggio 2017, n. 75 – le Amministrazioni pubbliche adottano il “Piano Triennale del Fabbisogno di Personale (PTFP)”, in coerenza con le linee di indirizzo emanate ai sensi dell’articolo 6-ter dello stesso decreto legislativo, allo scopo di “ottimizzare /’impiego delle risorse pubbliche disponibili e di perseguire obiettivi di performance organizzativa, di efficienza, di economicità e di qualità dei servizi ai cittadim” e, nell’ambito del medesimo, curano l’ottimale distribuzione delle risorse umane attraverso la coordinata attuazione dei processi di mobilità e di reclutamento del personale, anche con riferimento alle unità di cui all’art. 35, comma 2 (c.d. assunzioni obbligatorie).

Il Piano, dunque, nell’indicare la consistenza della dotazione organica – da intendersi quale valore finanziario in termini di “dotazione” di spesa potenziale – e la sua eventuale rimodulazione in base ai fabbisogni programmati sulla base delle scelte delle professioni e delle relative competenze professionali che effettivamente servono all’Amministrazione, rappresenta anche uno strumento indispensabile per il perseguimento degli obiettivi di performance organizzativa.

AI riguardo, nella scelta delle professionalità si dovrebbe procedere secondo “priorità”, privilegiando da una parte la sostituzione delle risorse umane c.d. “in fungibili” e, dall’altra, il reclutamento di quelle professionalità necessarie a rendere più efficiente e al passo coi tempi l’organizzazione del lavoro, anche tenuto conto delle nuove tecnologie introdotte nella P.A. Pertanto, alla luce di quanto precede, nella redazione del Piano è opportuno utilizzare per quanto possibile criteri che indirizzino, l’approwigionamento e la distribuzione del personale, anche verso lo strumento della riconversione professionale.Per saperne di più, clicca QUI