PERSONALE MILITARE E SISTEMA MISTO: CONVIENE RIMANERE IN SERVIZIO FINO AL LIMITE DI ETA’ OVVERO FINO AL COLLOCAMENTO IN AUSILIARIA?

PERSONALE MILITARE NEL SISTEMA MISTO CONVIENE RIMANERE IN SERVIZIO FINO AL LIMITE DI ETA’ OVVERO FINO AL COLLOCAMENTO IN AUSILIARIA?

Di  Antonio Pistillo. 1° Lgt. in pensione dell’ Aeronautica Militare

Come noto a decorrere dal 1° gennaio 2012 anche i militari iscritti alla previdenza pubblica obbligatoria possono essere raggruppati in tre categorie:

Personale nel sistema retributivo

Militari che al 31 dicembre 1995 avevano almeno 18 anni di anzianità contributiva: per essi la pensione è calcolata in due quote:

1) metodo retributivo per gli anni maturati fino al 31 dicembre 2011;

2) metodo contributivo per gli anni che decorrono dal 1° gennaio 2012 fino alla data del pensionamento;

Personale nel sistema misto



Militari che al 31 dicembre 1995 non avevano maturato 18 anni di anzianità contributiva, per i quali la pensione è calcolata in due quote:

1) metodo retributivo per gli anni maturati fino al 31 dicembre 1995;

2) metodo contributivo per gli anni che decorrono dal 1° gennaio 1996 fino alla data del pensionamento.  

Personale nel sistema contributivo

Militari che hanno iniziato per la prima volta il rapporto assicurativo dal 1° gennaio 1996 hanno un sistema di calcolo dell’assegno completamente contributivo (cd. contributivi puri).

In questo articolo approfondiremo la determinazione della pensione del personale nel sistema misto (meno 18 anni di contributi al 31/12/95)

Il sistema di calcolo retributivo determinava un tasso di sostituzione (il rapporto percentuale sul netto tra la pensione e l’ultimo stipendio percepito) variabile dal 105/115% e, in alcuni casi, anche oltre.

Il sistema di calcolo misto, a differenza del retributivo, oltre che rendere più incerta la determinazione dell’importo dell’assegno pensionistico in quanto legato a doppio filo con l’età d’uscita, maggiore sarà l’età, maggiore sarà l’importo della rendita previdenziale, ha un tasso di sostituzione molto più basso che, ovviamente, cambia da caso a caso e, tendenzialmente, diminuisce al decrescere dei contributi maturati entro il 31/12/95 che vengono ancora valutati nel sistema retributivo e calcolati sull’ultimo stipendio percepito, quindi più favorevoli.

Il personale militare collocato in congedo nel 2019 col sistema misto ha un tasso di sostituzione di circa il 92/93% e supera, in alcuni casi, anche il 100% se si è percepito notevoli importi di indennità accessorie (compenso per lavoro straordinario, compenso forfettario di impiego e di guardia, diarie estere ecc. ecc.)  e in modo costante negli anni ma, di massima, non potrà mai raggiungere gli importi pensionistici percepiti dal personale nel sistema retributivo e, comunque, parliamo di una piccolissima parte del personale. Il tasso di sostituzione diminuirà, indicativamente, per i futuri pensionati in proporzione di anno in anno.

Per dare un’idea approssimativa al personale militare dell’importo dell’assegno pensionistico che andrà a percepire nel sistema misto, ho simulato i trattamenti di quiescenza potenzialmente conseguibili in ipotesi di cessazione dal servizio di un collega arruolato a marzo del 1986 che consegue il diritto a pensione il 15 settembre 2022, con un tasso di sostituzione dell’89.90%

Qualcuno in questo momento potrebbe chiedersi, ma la risposta alla domanda se al personale nel sistema misto conviene rimanere fino al limite di età ovvero fino al collocamento nella posizione di ausiliaria?

Pertanto, ho simulato i trattamenti di quiescenza dello stesso collega ipotizzando che rientri nella graduatoria del c.d. scivolo nell’anno successivo 2023, con collocamento in congedo dal 15 settembre 2023 (nato i primi mesi del 1965 quindi oltre 58 anni e mezzo) nella posizione di ausiliaria che optando, in alternativa all’ausiliaria, per l’incremento del montante individuale dei contributi di cui all’art. 3, comma 7, del D. Lgs. n. 165/1997, meglio conosciuto come moltiplicatore, beneficerà di un miglior trattamento previdenziale. Difatti, come avrete modo di vedere nel successivo specchio, il trattamento di pensione è decisamente più cospicuo e porta il tasso di sostituzione dall’89,80% allo 99,50%

Non è tutto, il collocamento in ausiliaria non solo permette di godere di un trattamento pensionistico più favorevole, ma ha riflessi sul TFS (trattamento di fine servizio c.d. buonuscita), in quanto viene calcolato con i benefici dei 6 scatti (nella riserva attribuiti solo sulla pensione) e il periodo valutabile viene aumentato per l’intervallo di tempo tra la data di congedo e il compimento del 60 anno di età che è il limite di età per la quasi totalità del personale.

Infine, approfitto per ricordare che il collocamento in ausiliaria è possibile attraverso il c.d. scivolo e al compimento di 40 anni di solo servizio effettivo ma che scadono il 31/12/2024 e al compimento del limite di età.


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