Emergono le prime indiscrezioni sugli interrogatori che cercano di svelare le motivazioni che hanno indotto un carabiniere a scattare la foto allo statunitense bendato che poco prima aveva ucciso il Vicebrigadiere Mario Cerciello Rega.
Il militare, nella relazione presentata al pm, si è difeso asserendo che Gabriel Natale Hjorth continuava a dare testate contro il muro. “Era molto agitato. Io stesso sono rimasto ferito”. Le foto inoltre erano state condivise in una chat di soli carabinieri, quale mezzo di “rassicurazione” sull’ arresto dell’omicida e per informare i colleghi sulla nazionalità dell’assassino e del complice, inizialmente attribuita a due nordafricani.
Nella relazione, il militare ha sostenuto che l’interrogatorio si svolse “con ogni garanzia di legge”. La benda era stata tenuta per un periodo di tempo relativamente breve ed era stata tolta non appena l’omicida aveva smesso di agitarsi”.
Inoltre- secondo il carabiniere indagato- la foto potrebbe essere tata fornita agli organi di stampa da un collega ( probabilmente già individuato dai vertici dell’Arma) non appartenente a quella chat .
Intanto l’avvocato Massimo Ferrandino, legale della vedova, ha dichiarato che le indagini proseguono spedite e stanno facendo emergere degli elementi che saranno molto utili nella futura fase processuale”.
Venerdì prossimo i Ris di Roma analizzeranno gli indumenti repertati di Mario Cerciello” . Di altro parere l’avvocato di Natale Hjorth, Francesco Petrelli , che ha definito la relazione del carabiniere indagato ” poco plausibile”: ” in tanti anni di professione non mi è mai capitato di veder utilizzato un bendaggio per evitare che un fermato ‘faccia male a se stesso o ad altri’”, ha affermato il legale.