Il Caporalmaggiore dell’Esercito Italiano Francesco Positano morì in Afghanistan il 23 giugno 2010 durante una missione di perlustrazione. La famiglia non ha mai accettato la versione rilasciata dai colleghi che erano con lui. Oggi , dopo quasi 9 anni , quei colleghi potrebbero essere processati per falsa testimonianza
Sulla morte di Francesco Positano avevano indagato anche Le Iene. Secondo la versione ufficiale dell’Esercito, il giovane sarebbe morto dopo la caduta da un mezzo corazzato avvenuta per un malore. La famiglia però, non ha mai creduto a questa ricostruzione.Le perizie richieste dai familiari sul corpo della vittima e il messaggio di un militare, convincono la mamma del soldato morto a non arrendersi.
Francè come sei morto? Questa è la domanda di mamma Rosa davanti la lapide di Francesco. Il Caporalmaggiore mori ad Herat il 23 giugno 2010 durante una missione di perlustrazione. Mamma Rosa ha lanciato il suo ultimo appello lo scorso dicembre in un video pubblicato da Foggia today .Aveva tentato di incontrare il Premier Conte impegnato in un vertice in Prefettura nella stessa città della vittima.
Ora mamma Rosa potrebbe aver finalmente trovato la giustizia che cercava. Da quanto riporta il Corriere della Sera, ieri è stato chiesto il processo per gli otto militari che quel 23 giugno erano con il figlio Francesco . Il pm Erminio Amelio ha chiesto il rinvio a giudizio per 8 soldati, 6 accusati di falsa testimonianza e due di omicidio colposo.
Da quanto si evince dalla news del Corriere della Sera, il Caporalmaggiore sarebbe morto per un errore commesso dall’autista e dal responsabile della missione. La versione raccontata subito dopo l’incidente e sostenuta per quasi nove anni sembrerebbe falsa.
Secondo gli inquirenti sarebbe una versione preparata a tavolino per difendere i responsabili della disgrazia. Il Caporalmaggiore Francesco Positano sarebbe sceso dal mezzo militare, un Buffalo dell’ Esercito italiano e durante un controllo sarebbe stato investito. Il militare, secondo la ricostruzione della procura, non avrebbe dovuto scendere dal veicolo ancora in moto, come previsto dalle direttive vigenti, mentre sia l’autista che l’ufficiale responsabile del plotone, non avrebbero fatto nulla per impedirlo. Il Buffalo avrebbe ondeggiato pericolosamente investendolo mortalmente.
Da questo momento, secondo la Procura, i soldati si sarebbero messi d’accordo per concordare una versione taroccata della vicenda. Nell’aprile del 2014 riferirono sull’accaduto con versioni contrarie alla ricostruzione dei fatti.
Tutti sostennero di aver visto Francesco cadere dal mezzo, cercando di avvalorare la tesi con dei disegni. Versioni che non hanno però convinto il pm Erminio Amelio. Secondo l’accusa infatti, quelle dichiarazioni sarebbero tutte smentite da una ricostruzione del Ris, che non annovera tra le cause possibili della morte del soldato, quella della caduta dal mezzo fermo.