Il Maresciallo e quel treno per salvare la piccola, tutto inutile, la mamma non gli da ascolto

Ancora una storia terribile, che dimostra un’ altra faccia dell’Italia, quella che nessuno vuol vedere, quella di cui nessuno parla( o quasi).

PISA. All’assistente sociale, in ospedale a Livorno, aveva appena mentito. «No, Tonino non mi ha picchiata, sono caduta. State tranquilli, la bimba sta bene. È a casa con la sorella del mio compagno». Non le credevano, né la donna che l’ascoltava né i medici che l’avevano visitata, ma per Juana Francisca più di così non si poteva fare; non aveva voluto sporgere querela né accettare di trasferirsi in una residenza protetta.

Mica poteva essere pedinata. E rintracciarla, poi, anche peggio: li aveva ingannati, il numero di cellulare era falso. Ma ora, nella baracca, di fronte al maresciallo che le stava dicendo quanto fosse importante fuggire da lì e portare via la bimba da Tonino, dai suoi impeti di violenza e dalla miseria, doveva accettare. «Sì veniamo, maresciallo, ci porti via».

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