Ferrara, 12 luglio 2016 – Fa il poliziotto a Ferrara e chiede l’anonimato, «per difendere la mia famiglia». Lavora a contatto con gli immigrati, fase di prima accoglienza. Da due anni deve convivere con un macigno, «contagiato da un extracomunitario, un malato di tubercolosi allo stadio finale». Mascherina e guanti non gli sono serviti a nulla.
Ha fatto richiesta di equo indennizzo, è in attesa di una risposta dal ministero. Rappresentante del sindacato Sap, è assistito dall’avvocato Gianni Ricciuti. Si esprime in modo pacato ma è pronto a fare causa.
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