Roma, 06 Gennaio 2020 – “Il 6 gennaio 1980 la mafia pose fine alla vita di Piersanti Mattarella e al suo coraggioso tentativo di affrancare la politica siciliana dal controllo della criminalità organizzata.
Fu un omicidio per far capire ai siciliani che le cose non potevano cambiare. Eppure, a dispetto di costoro, l’insegnamento di Piersanti Mattarella non si è spento con il suo omicidio, ha continuato a mostrare che un’altra politica è possibile, anche nella nostra bellissima e sfortunata regione.”
Lo afferma, in una dichiarazione Gianluca Rizzo, parlamentare siciliano del M5S e Presidente della Commissione Difesa della Camera dei Deputati.
“Piersanti Mattarella, come Peppino Impastato o Pio la Torre – prosegue Rizzo – ci ricordano che la politica non è asservimento ai potenti di turno, agli speculatori, a chi sottrae illecitamente risorse pubbliche alla cittadinanza.
Il suo, il loro esempio, sono li a dimostrare che la politica è servizio per la collettività, coraggio di dire dei no ai potentati considerati invincibili, prospettare un’alternativa di dignità e di riscatto per tutti i siciliani.”
“Idealmente nell’abbraccio con cui il giovane Sergio Mattarella, il 6 gennaio di 41 anni fa, sostenne il corpo ormai esanime di suo fratello – conclude Rizzo – si uniscono ancora oggi tutti i siciliani che non accettano di vivere sotto il tallone della mafia ed indicano in una nuova Sicilia democratica, solidale e libera dalla criminalità organizzata la prospettiva a cui aspirare e per la quale lottare.”
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