Il SAP aveva cheisto lumi al Capo della Polizia , Franco Gabrielli, circa le differenti differenti ordinanze sull’utilizzo delle mascherine sul territorio nazionale. Nella risposta, a penna del Direttore della segreteria dell’Ufficio per le relazioni sindacali, era stato risposto che i poliziotti ” purtroppo” non è possibile uniformare l’impiego dei DPI ( Leggi QUI). La risposta del SAP non si è fatta attendere. La pubblichiamo di seguito:
Illustrissimo Signor Capo della Polizia,
abbiamo ricevuto la risposta del Dipartimento alla nostra nota riguardo
l’uso di DPI ed in particolare delle mascherine nelle regioni in cui sono state emanate ordinanze più stringenti rispetto al resto del Paese. In linea
generale queste direttive prevedono ad esempio l’obbligo dell’uso della
mascherina ogni volta che si esce dalla propria abitazione e in tutti gli uffici
pubblici indipendentemente che possa essere rispettato il distanziamento
sociale di un metro.
Dalla vostra risposta dobbiamo assumere che il personale delle
Polizia di Stato, indipendentemente dalle ordinanze emesse dai Presidenti
di alcune Regioni, deve rispettare le disposizioni date dal Dipartimento. In
buona sostanza in certe regioni come Veneto, Lombardia e Friuli Venezia
Giulia, le Questure e i nostri Uffici sono da considerarsi zone franche, al pari di Livigno o delle Ambasciate.
Tutti coloro che accedono ad uffici pubblici sono obbligati ad
indossare la mascherina anche se vi è distanziamento sociale; nei nostri
uffici per il personale che vi opera, invece, non è necessario se vi è
sufficiente distanziamento.
Un qualunque cittadino fuori dalla propria abitazione, anche se vi è
distanziamento sociale, è obbligato all’uso della mascherina o comunque a
coprirsi il viso, mentre un operatore di polizia, magari in divisa, per strada se mantiene distanziamento sociale può evitare di indossarla o di coprirsi il
viso. Dopodiché, sarà invece costretto dalla disposizione prevista in
ordinanza, a sanzionare il cittadino per strada con viso scoperto anche se
mantiene distanziamento sociale.
Siamo all’assurdo per non dire di peggio. Come lo spieghiamo al
cittadino che noi rispondiamo a norme diverse dalle sue? Ma soprattutto
cosa accadrà se verremo denunciati per pandemia o segnalati per aver
violato le norme previste in ordinanza? Come al solito, all’orizzonte ci
saranno i soliti processi rovina-vite, con lo Stato che ci lascerà soli, dopo
averci impartito norme che rasentano l’illegittimità.
Signor Capo della Polizia,
La invitiamo a rivedere con coerenza la risposta che ci è stata fornita e ad
emanare specifiche disposizioni in merito.
Con osservanza.
Il Segretario del SAP Stefano Paoloni
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