Una storia dai contorni incredibili, ma realmente accaduta. Un ingegnere italiano che sfida il Governo costruendo una piattaforma in acciaio e cemento al largo di Rimini, fuori dai confini nazionali.
Lo stesso ingegnere si rivolge all’ONU per vedersi riconosciuta l’isola come stato indipendente. Il governo italiano dell’epoca stenta ad intraprendere provvedimenti, ma dopo una lunga trattativa con i governatori del sedicente stato ancora non riconosciuto ufficialmente dall’ONU, ordina l’intervento della Marina Militare.
Questa sarà la prima ed ultima volta che il nostro paese dichiarerà guerra ad un’altra “nazione” dal termine del conflitto mondiale. L’isola dopo essere stata minata con 20 quintali di esplosivo verrà fatta saltare in aria.
Di seguito l’articolo tratto da wikipedia che riassume quanto occorso, prendendo spunto dalla trama del film “L’incredibile storia dell’Isola delle Rose”.
Strasburgo, inverno 1968. Mentre si reca in ufficio, il presidente del Consiglio d’Europa Jean Baptiste Toma nota un uomo che da giorni sosta nell’androne del palazzo in attesa di poter esporre il proprio caso al parere dell’organizzazione.
Dopo molte insistenze e supportato da documenti firmati dalle Nazioni Unite, Toma accetta di incontrarlo e ascoltare la sua storia.
Bologna. La sera in cui festeggia la sua laurea in ingegneria, il giovane ed eccentrico Giorgio Rosa incontra la sua ex fidanzata Gabriella, laureata in legge. Il suo tentativo di approcciarla e recuperare il loro rapporto si rivela però infruttuoso, soprattutto perché Gabriella lo ritiene immaturo e incapace di conformarsi alla società moderna. Dopo alcuni vani tentativi di adattarsi alla società, Giorgio decide infine di costruire una piattaforma marittima al largo delle coste di Rimini, fuori dalle acque territoriali italiane, per farne il proprio mondo privato. Con l’aiuto del suo vecchio amico e compagno di studi, il ricco Orlandini, Giorgio riesce con mille espedienti a realizzare la sua visione, che ribattezza Isola delle Rose.
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Dopo aver raccolto il naufrago Pietro Bernardini, facendone il primo abitante dell’isola, i due si accordano con l’apolide di origine tedesca Neumann, esperto organizzatore di eventi, e con la giovane barista Franca, che trasformano l’isola in una rinomata meta turistica per i frequentatori estivi della riviera romagnola.
Il successo dell’isola attira anche l’attenzione di Gabriella, che vi si reca per comunicare a Giorgio di essere ormai in procinto di sposarsi; tuttavia, nonostante i voli pindarici del suo ex fidanzato, lei non può non fargli presente che quella che ha creato non è altro che una eccentrica discoteca in mezzo al mare.
Desideroso di fare del suo mondo qualcosa di molto più reale e riconosciuto, Giorgio matura quindi con i suoi amici un’idea folle: portare il proprio caso davanti alle Nazioni Unite nella speranza di venire riconosciuti come stato indipendente. Del resto, l’Isola delle Rose si era già dotata di una lingua ufficiale (l’esperanto), un governo, una moneta e un’emissione postale; mancava solo un riconoscimento ufficiale.
La mossa, oltre a trovare incredibilmente l’opinione favorevole dell’ONU, suscita la risposta ostile del governo italiano guidato da Giovanni Leone, che incarica il suo ministro dell’interno, l’arrogante e fanatico Franco Restivo, di risolvere la questione.
Restivo tenta dapprima di corrompere Giorgio promettendogli due concessioni balneari in cambio della rinuncia al suo progetto, e quando questi rifiuta ordina il licenziamento di suo padre Ulisse dalla fabbrica in cui lavora.
Nonostante le minacce, le intimidazioni, e persino il voltafaccia dei suoi amici, che si lasciano comprare con poco dal governo, Giorgio non demorde, e dietro consiglio di Gabriella, esperta di diritto internazionale, decide di portare il suo caso a Strasburgo.
Il presidente Toma decide di portare avanti la pratica, aiutando Giorgio a portare il caso di fronte al Consiglio, che nonostante le pressioni del governo italiano accetta di esaminare il caso. A quel punto, temendo che il consiglio possa effettivamente dare ragione a Giorgio, Restivo convince Leone, ormai quasi dimissionario, a firmare una vera e propria dichiarazione di guerra contro l’Isola delle Rose, inviando da Venezia l’incrociatore Andrea Doria a bombardare la piattaforma. Informato del fatto dallo stesso Restivo, Giorgio rientra in tutta fretta sull’Isola, dove lo raggiungono anche i suoi amici, che scelgono di rinunciare alle elemosine del governo per appoggiarlo in quest’ultima vana resistenza.
La loro presenza obbliga il comandante della nave a rinunciare ai suoi propositi di cannoneggiare l’isola, che viene invece minata e fatta saltare in aria dopo aver inviato gli incursori della marina a recuperare i sei governatori, proprio mentre a Roma si tiene il passaggio di consegne tra Leone e Rumor.
I titoli di coda rivelano come il Consiglio d’Europa avesse infine rifiutato di pronunciarsi sulla questione giudicandola un contenzioso ristretto a due entità sovrane, riconoscendo in questo modo le pretese di indipendenza dell’Isola delle Rose, seppure implicitamente.
Per evitare casi simili in futuro, l’ONU spostò il confine delle acque territoriali da 6 a 12 miglia dalla costa. Infine, viene mostrato un fotogramma delle nozze di Giorgio e Gabriella e si ricorda come i due siano rimasti assieme per tutta la vita.