Dalla CEDU la “Corte Europea dei Diritti dell’Uomo”, dopo l’imposizione di sindacalizzare le Forze Armate, arriva un’altra sentenza che di fatto impone all’Italia di “rivedere” il ruolo dei carabinieri forestali”, impropriamente eletti allo status “militare” tramite la legge Madia”.
La bocciatura della Corte europea dei diritti dell’uomo boccia nello specifico, il decreto legislativo n. 177 del 2016, in esecuzione della legge Madia, che aveva avviato la soppressione del Corpo forestale dello Stato ed il suo assorbimento nell’Arma dei carabinieri.
Il parlamento sarà quindi chiamato a “legiferare” nuovamente su questo tema, con un probabile scorporamento dei forestali dall’Arma, in favore di un corpo di polizia ambientale più moderno.
In verità già esistono alcune proposte di legge, tra le quali spicca quella del deputato Maurizio Cattoi (M5S), che in tempi non sospetti ci aveva visto lungo. Il parlamentare nel marzo 2019 aveva presentato un suo disegno di legge, che è stato sottoposto all’ esame delle commissioni Difesa e Affari costituzionali proprio nei giorni scorsi.
Tra le varie ipotesi, la più sensata appare quella sulla costituzione di un corpo denominato Polfor (Polizia forestale, ambientale e agroalimentare) nell’ambito dell’Amministrazione della pubblica sicurezza.
Daniele Tissone, segretario generale del Silp (Sindacato Italiano Lavoratori Polizia) da sempre molto perplesso dalla proposta di legge sui sindacati militari, confezionata dalla Commissione Difesa e approvata senza ostacoli di sorta dalla Camera dei deputati, lo scorso 25 maggio intervistato da Radio Radicale per la rubrica “Cittadini in divisa”, aveva dichiarato:
“Più democrazia in caserma corrisponde a una maggiore trasparenza, efficienza e sicurezza per i cittadini . In Europa si va nella direzione di una estensione dei diritti per chi veste la divisa, in Italia si va indietro perché, dopo la militarizzazione del Corpo Forestale, si nega la libertà sindacale per chi porta le stellette, con buona pace della Costituzione e dei trattati europei”.
Non rimane che attendere la reazione della politica, che se da un lato si professa a fianco dei militari e delle forze di pubblica sicurezza, dall’altro, talvolta, adopera iniziative che vanno in senso opposto a quello dichiarato.
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