La Corea del Nord non ferma la corsa al nucleare. I due SRBM, lanciati dalla contea di Hamju, hanno percorso 600 chilometri

Malgrado le sanzioni internazionali, la Corea del Nord continua la propria corsa al riarmo, al fine di   aumentare la sopravvivenza, la letalità e la diversificazione della sua forza missilistica. Questa la dichiarazione dello scorso  29 aprile del tenente generale dell’esercito americano Scott Berrier, direttore della US Defense Intelligence Agency (DIA).

Berrier in una nota, ha fatto sapere alla commissione per i servizi armati del Senato degli Stati Uniti,  che Pyongyang continuerà “il lavoro sul nucleare, sulla missilistica ed ovviamente nell’ambito militare”, puntando su sistemi missilistici a propellente solido che possono essere preparati per il lancio più rapidamente rispetto a quelli attuali a propellente liquido.

Tra l’ altro – da quanto si apprende da janes.com – pochi giorni fa la Corea del Sud ha rivisto la sua valutazione della distanza percorsa dai missili balistici a corto raggio (SRBM) nordcoreani lanciati lo scorso ​​25 marzo. Secondo l’agenzia di stampa Yonhap i due SRBM lanciati da Pyongyang , che sembrano derivare dall’SRBM KN-23 (designazione USA / Corea del Sud), hanno volato per circa 600 km.

La valutazione della distanza rivista è in linea con quella fornita il 26 marzo dalla Korean Central News Agency (KCNA) gestita dallo stato di Pyongyang. Il Joint Chiefs of Staff (JCS) della Corea del Sud aveva inizialmente riferito che i due SRBM, lanciati dalla contea di Hamju orientale della Corea del Nord nella provincia di South Hamgyong, avevano volato per circa 450 km raggiungendo un’altitudine di 60 km.

 

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