Forze Armate e Polizia da 244 giorni senza rinnovo del contratto

Il rinnovo del contratto non arriva. Centinaia di migliaia tra poliziotti e militari attendono impazienti un necessario aumento di stipendio. Oggi sono trascorsi esattamente 244 giorni dal mancato rinnovo contrattuale, otto lunghi mesi, ma il governo non sembra aver calendarizzato nulla al riguardo.

Evidentemente la compagine politica per ora ha altre priorità e per l’ennesima volta il comparto Sicurezza e Difesa è costretto a rimanere inesorabilmente indietro. I rinnovi contrattuali degli ultimi 13 anni si sono succeduti con il contagocce e quelle poche volte che il governo è riuscito nell’intento, ha imposto cifre ridicole al personale contrattualizzato.

Si calcola che lo stipendio medio di un poliziotto o di un militare “non direttivo” negli ultimi 12 anni (dal 2007 – anno di inizio crisi – ad oggi) , sia aumentato mediamente di soli 80 euro netti. Di contro, sono aumentati esponenzialmente tutti i beni ed i servizi di prima necessità, come luce, gas, autostrade, treni etc.

Nel sito del SILP “Sindacato italiano lavoratori di Polizia” è stato attivato un contatore che segna il trascorrere dei giorni senza CONTRATTO per le Donne e gli Uomini in divisa. Oggi sono 244. ↓



Daniele Tissone segretario generale del Silp non usa mezzi termini nel comunicato stampa rivolto alla politica:

A chi ci accusa di essere pregiudizialmente contro il Governo – sostiene tissone – noi rispondiamo coi fatti. E i fatti dicono che per quel che riguarda il contratto di lavoro, dopo svariati mesi dalla scadenza, non è stato mai convocato alcun tavolo per iniziare a discutere di rinnovo, nemmeno per chiudere la coda contrattuale e la parte normativa relative al vecchio accordo di lavoro come richiedemmo a febbraio insieme a molte altre sigle del comparto.

I fatti dicono che i rinforzi di personale annunciati anche in questi giorni nelle Questure e negli Uffici di Polizia sono relativi alla mobilità ordinaria e a vecchi bandi, non a nuovi concorsi che sono appena stati emanati. I fatti – continua Tissone – dicono che sui correttivi del riordino è stata convocata una riunione da pochissimo e solo grazie al nostro pressante intervento.

Naturalmente, sullo sfondo c’è il discorso delle risorse che sono insufficienti, così come certifica l’ultima legge di stabilità. Insomma, noi abbiamo lanciato un contatore per ricordare al governo le proprie inadempienze. Perchè i conti di questo esecutivo non tornano. Anche i poliziotti se ne sono accorti…

“Questa è la nostra semplice, ma realistica analisi della situazione politica. Non appena il governo Conte bis (o 2) avrà ottenuto la fiducia in Parlamento – conlcude Tissone – salvo sorprese dell’ultima ora, torneremo alla carica con le nostre rivendicazioni che sono poi le richieste più attese dai poliziotti: non solo contratto e riordino, ma anche assunzioni, previdenza complementare e temi specifici come la libera sindacalizzazione, l’orario di lavoro, l’impiego del personale, il congedo parentale, il diritto di famiglia e le pari opportunità”.





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