Cosimo, l’altro marò dimenticato Ucciso durante la Guerra del Golfo

Era in missione a Dubai nel ‘91 e venne assassinato durante una libera uscita. Il commilitone: «Si parlò di azione terroristica». Insignito della Croce di Guerra

Sono passati 25 anni dall’omicidio  di Cosimo Carlino, il marò calabrese imbarcato sulla nave «Stromboli», unica vittima del contingente italiano impegnato nel 1991 nella guerra del Golfo. Il marinaio di Siderno venne accoltellato all’interno di una cabina telefonica. Non si è mai saputo il motivo di quell’aggressione mortale. All’epoca si parlò di «un’azione terroristica», perché la polizia locale affermò che la «tecnica usata dall’assassino fu quella di un professionista».  L’arma del delitto non venne mai ritrovata. Le testimonianze di due militari italiani, presenti al momento dell’agguato,  non aiutarono gli inquirenti a tracciare l’identikit dell’omicida. Oggi, sabato Cosimo Carlino verrà ricordato con una Messa nella sua città natale, Siderno.

Accoltellato alle spalle

Quel giorno Cosimo pranzò con la sua ragazza, poi intorno alle 18, prima di rientrare a bordo della nave, si fermò a telefonare a casa. Le tre cabine, spesso utilizzate dai militari,  erano sistemate in una strada al centro di Dubai. Cosimo entrò in una di queste e diede le spalle alla porta. Improvvisamente da una delle altre due cabine un uomo armato di coltello lo aggredì alle spalle e scappò. Cosimo lanciò un urlo, fece cascare la cornetta e si mise a rincorrere il suo assalitore lungo un corridoio che finiva in un ampio parcheggio condominiale.  Ebbe la forza solo di fare qualche centinaio di metri, poi perse le forze e stramazzò. Qualcuno dei condomini diede l’allarme. La lama gli aveva spaccato il fegato: Cosimo morì dissanguato. «Era notte — ricorda  Nicola Sgambelluri —  quando le autorità di Dubai salirono a bordo della nave per comunicare al comandante la tragedia.

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