L’AQUILA. La relazione sentimentale con la sorella di un latitante di mafia gli era costata il grado e il posto di lavoro. Il Tar prima, il Consiglio di Stato poi, hanno deciso che non riavrà né l’uno, né l’altro. Protagonista della storia un carabiniere che fino al 2003 era in servizio nel capoluogo abruzzese.
A far calare definitivamente il sipario sulla storia sono stati i giudici della quarta sezione di Palazzo Spada, che tuttavia, nella sentenza depositata lo scorso 12 maggio, hanno ordinato di omettere le generalità del militare ai sensi dell’articolo 52 del Codice in materia di protezione dei dati personali.
Leggi l’articolo completo QUI
Metti un like alla nostra pagina facebook, Clicca QUI. Ci trovi anche su Telegram, Clicca QUI. (Se non hai Telegram, Clicca QUI)