20 febbraio 2025 1° Lgt. in pensione Antonio Pistillo
Il governo stringe i cordoni della borsa a Comuni e Regioni che scaricano sui cittadini il costo dei servizi, inasprendo i tributi locali e le addizionali Irpef.
Un giochino che va avanti da anni e che non è sfuggito a nessun governo. Il Fisco tartassa gli italiani con le tasse che vanno oltre l’Irpef, infatti lavoratori e pensionati pagano anche le addizionali regionali e comunali. Si tratta di due imposte che gravano sui contribuenti e che presentano diverse modalità di calcolo di cui spesso gli stessi lavoratori e pensionati non capiscono il funzionamento.
Per esempio, un cittadino romano subisce una trattenuta, tra addizionale regione e comunale e acconto comunale, di:
2.460,00 euro per un reddito di 60 mila euro annui, pari al 4,10% del reddito;
1.560,00 euro per un reddito di 40 mila euro annui, pari al 3,90% del reddito.
Ci sono effettivamente differenze sostanziali rispetto all’Irpef e differenze anche tra regioni e comuni. Vediamo di approfondire le regole previste per entrambe le addizionali. Le addizionali regionali vengono calcolate e trattenute in 11, 10 o 9 rate rispettivamente se il conguaglio fiscale è stato effettuato a dicembre, gennaio o febbraio, lo stesso vale per le addizionali comunali, ma il meccanismo di calcolo è differente; infatti esse vengono trattenute sia a saldo per l’anno precedente che in acconto per l’anno corrente dalla mensilità di marzo e fino a quella di novembre.
L’acconto è nella misura del 30% che sarà oggetto del saldo dell’anno di stipendio successivo. Semplificando, nel 2024 sono trattenute:
in 9/10/11 rate il 70% dell’addizionale comunale dell’anno 2023, in quanto il 30% è stato già trattenuto come acconto l’anno precedente;
in 9 rate l’acconto del 30% dell’addizionale comunale del 2024.
Quando trattenuto è indicato nella Certificazione Unica che, in sede di dichiarazione dei redditi, può essere oggetto di rimborso in caso di eventuali spese o versamenti deducibili (esempio i fondi pensionistici), alla stessa stregua dell’Irpef- L’addizionale regionale varia da regione a regione in base alle aliquote deliberate ogni anno dalle stesse.
Lo stesso vale per l’addizionale comunale che gli enti locali deliberano, però, entro aliquote minime e massime fissate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. La tabella a seguire indica quanto è trattenuto, a titolo di sola addizionale regionale, nelle diverse regioni, significando che l’elaborazione è stata effettuata in base agli ultimi dati disponibili nel sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze alla data del 10 ottobre 2024.