Un proprio organo di autogoverno, stipendi e status equiparati ai magistrati ordinari e una mole di lavoro che, in tempo di pace e senza leva obbligatoria, è contenuta.
È la giustizia militare, definita una “Casta nella Casta”, alle prese con un’organizzazione che la politica vorrebbe riformare, soprattutto con un ulteriore dimagrimento di spese e un maggiore avvicinamento alla giustizia ordinaria.
Motivo? Pochi procedimenti, ampie strutture.
COMPITI LIMITATI. I tribunali militari in tempo di guerra hanno la giurisdizione stabilita dalla legge.
In tempo di pace hanno giurisdizione per i reati militari commessi da appartenenti alle forze armate.
È quanto dispone la Costituzione per la “giustizia con le stellette”.
C’è da dire che nel tempo sono intervenute importanti riforme, nel 1981, nel 2007-2008 e nel 2010, che ne hanno modificato il volto e ridotto i numeri, ma non le attenzioni di chi vorrebbe ulteriori tagli.