Il consumo di cannabis light da parte dell’appartenente all’Arma dei Carabinieri, anche laddove eventualmente documentato e provato, integra grave illecito disciplinare . 

(1) Cass. pen., S.U, 30 maggio 2019, n. 30475.
​​​​​​​Ha ricordato il C.g.a. che nel caso di un appartenente all’Arma dei Carabinieri, anche un solo episodio di consumo di sostanze stupefacenti legittima la sanzione di grado massimo applicata nel caso di specie, atteso che la condotta, non conforme a criteri di correttezza ed esemplarità anche per un comune cittadino, si rivela particolarmente grave per chi appartiene ad una struttura, come l’Arma dei Carabinieri, che ha come scopo istituzionale quello della lotta al traffico di stupefacenti

La difesa del ricorrente appellante ha sostenuto che si sarebbe trattato di un consumo occasionale, e non quindi di una dipendenza vera e propria dalla sostanza illegale, ma ciò in linea di diritto è irrilevante. Come ritenuto infatti dalla sentenza di I grado, concordemente con la giurisprudenza di questo Consiglio, nel caso di un appartenente all’Arma dei Carabinieri, anche un solo episodio di consumo di stupefacenti legittima la sanzione di grado massimo applicata nel caso di specie, anche se l’interessato, come qui avvenuto ha ottimi precedenti nel servizio.

Ciò fondamentalmente per due ragioni, entrambe del resto valorizzate nel provvedimento impugnato: in primo luogo, si tratta di un comportamento vietato dalla legge, comunque non conforme a criteri di correttezza ed esemplarità anche per un comune cittadino.

In secondo luogo, si tratta di un comportamento particolarmente grave per chi appartiene ad una struttura, come l’Arma dei Carabinieri, che ha come scopo istituzionale quello della lotta al traffico di stupefacenti.

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