Un avvocato che si era recato nel carcere di Salerno per sostenere un colloquio con il cliente detenuto, è stato scoperto dalla Polizia Penitenziaria con droga e telefonini. Lo denuncia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.
“8 smartphone e due micro-cellulari, più 1,5 grammi di cocaina e 4,6 di hascisc oltre a cavetti usb addosso all’avvocato che ha ceduto al suo detenuto ma è stato fermato dalla Polizia Penitenziaria in servizio”, denuncia Emilio Fattorello segretario nazionale SAPPE per la Campania. “Una situazione sconcertante, davvero assurda”.
Da Roma Donato CAPECE, segretario generale del SAPPE, aggiunge:
“Questi episodi, oltre a confermare il grado di maturità raggiunto e le elevate doti professionali del Personale di Polizia Penitenziaria in servizio nel carcere di Salerno, ci ricordano che il primo compito della Polizia Penitenziaria è e rimane quello di garantire la sicurezza dei luoghi di pena e impongono oggi più che mai una seria riflessione sul bilanciamento tra necessità di sicurezza e bisogno di trattamento dei detenuti.
Tutti possono immaginare quali e quante conseguenze avrebbe potuto causare l’introduzione di droga e telefoni cellulari in un carcere”.
Il SAPPE sottolinea infine le criticità del carcere campano di Salerno ed evidenzia “quali e quanti disagi quotidiani caratterizza il lavoro quotidiano dei Baschi Azzurri di Salerno, a cui va il nostro sincero ringraziamento per quel che fanno ogni giorno per la sicurezza sociale“.
Roma, 24 agosto 2020
Dott. Donato CAPECE
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